Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Povero, senza lavoro, di mezza età

Fonte: La Nuova Sardegna
28 dicembre 2010


L’identikit di chi chiede un sussidio economico o un aiuto alla Caritas

DISPERAZIONE Le donne con famiglia sono le persone che hanno presentato il maggior numero di richieste

MARIO GIRAU
CAGLIARI. Italiano, disoccupato, età compresa tra 35 e 54 anni, basso livello culturale - massimo licenza media inferiore - con enormi problemi economici da risolvere: è questo l’identikit dei frequentatori dei centri d’ascolto Caritas nel territorio della diocesi.
La mancanza di lavoro - nota dolente del sistema cagliaritano e del suo hinterland - spinge un numero sempre maggiore di persone a lanciare l’Sos in direzione del braccio caritativo della Chiesa. Secondo gli ultimi dati forniti dalla Caritas diretta da don Marco Lai, nei dieci centri d’ascolto si sono presentate 1.615 persone, soprattutto donne (905) per sgranare il rosario della disperazione: necessità di sussidi economici, un posto di lavoro, beni e servizi materiali, aiuto e consulenza sanitaria.
La disoccupazione è la molla più forte che spinge a rivolgersi alla Caritas, ultima speranza dopo aver bussato ad altre porte. Il 47 per cento per cento ha un’età compresa tra 35 e 54 anni, quindi in piena condizione lavorativa. Un lavoro perso per crisi aziendale o, forse, mai trovato. Una cosa è certa: senza reddito non si può andare avanti soprattutto quando si ha a carico una famiglia. Non resta che cercare aiuto e, battute le tradizionali strade delle amicizie, degli uffici pubblici, delle offerte di lavoro anche su internet, non resta che il “pronto soccorso” della solidarietà organizzata. Superata la soglia dei 60 anni d’età e maturata una pensione, anche minima, diminuisce la voglia (poco più del 10 per cento) di rivolgersi alla Caritas.
Tutti chiedono aiuto, sposati e non. Tra i coniugati, le donne si fanno carico più coraggiosamente del gesto metaforico di stendere la mano; i maschi prevalgono sulle femmine tra i non sposati. Alta la presenza di vedovi/e: il 7 per cento.
Confermata anche dai dati Caritas la regola che la povertà si accompagna alla scarsa cultura. Il 37,5 per cento delle persone che si rivolge ai centri d’ascolto possiede la terza media; il 13,9 quella elementare, il 3 per cento è analfabeta o senza alcun titolo di studio. Apre nuove discussioni e preoccupanti scenari constatare che il 18 per cento è diplomato, e quasi il 5 per cento ha in tasca la laurea. Il bisogno di aiuto interessa in particolare gli italiani (quasi il 69 per cento di chi si rivolge alla Caritas), ma anche gli stranieri (30,8) si fanno sentire, prevalentemente per problemi legati alla loro condizione giuridica: immigrati di 45 nazionalità diverse si sono rivolti ai centri d’ascolto nel 2009: Cagliari capoluogo non solo del Mediterraneo. Condizione professionale: disoccupati (65,9 per cento), occupati (15,2), casalinghe (4,6) e pensionati (7 per cento). I bisogni rilevati: economici (32,5 per cento), lavoro (25,5), familiari (9,35), abitativi (8,6), legati all’immigrazione (6,95), di salute (5,2%), istruzione (4,6). La disperazione è per tutti la molla che fa perdere la vergogna del chiedere un aiuto.
La Caritas ha risposto orientando gli interessati verso le istituzioni preposte (34,7 per cento), con sussidi economici (29,1), con beni e servizi (16,5), con consulenza professionale (9,6), col coinvolgimento di enti e parrocchie (4,9) e con possibilità di lavoro (1,3).