La Confindustria della Sardegna Meridionale presenta le sue proposte per il rilancio del territorio, con una originale provocazione finale
Scanu: «Comune, Provincia, Regione e Autorità Portuale in quattro mesi possono fare il miracolo»
GIUSEPPE CENTORE
CAGLIARI. Una crisi nerissima, che forse non ha ancora toccato il punto peggiore, e che rischia di far tornare indietro la città: tra incompiute, progetti sballati e/o bloccati e l’immobilismo della pubblica amministrazione, i flebili segnali di speranza che l’Associazione degli Industriali coglie rischiano di sfiorire nello spazio di un mattino se la politica non cambierà subito passo.
È questo il senso dell’appello che il presidente degli industriali del sud Sardegna, Alberto Scanu ha lanciato ieri, nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, a tutte le istituzioni locali. «Si siedano intorno a un tavolo e in quattro mesi decidano il futuro di questa città: lo possono fare senza condizionamenti, o perché in carica ancora per tempo, come Cappellacci e Milia, o perché in procinto di lasciare l’incarico, come Floris e Fadda; lo facciano non perché lo chiediamo noi ma perché senza decisioni strategiche, sulle infrastrutture, il turismo, l’urbanistica, le reti di comunicazione e il sostegno alle imprese, questa città perderà anche quel poco di buono che ha».
«La cassintegrazione dal 2008 al 2010 è triplicata’ - ha sottolineato Scanu - e se da gennaio a dicembre 2008 sono stati autorizzati quasi 2 milioni di ore di Cig, questo numero è salito a 5 milioni e mezzo nel 2009 e quest’anno a 6 milioni 400 mila ore. Oltre il 10% delle aziende nostre associate ha fatto ricorso alla cassintegrazione».
Gli industriali chiedono azioni incisive e individuano alcuni nodi da sciogliere partendo dalla semplificazione della pubblica amministrazione per arrivare alla necessità di creare reti d’impresa, alle infrastrutture materiali e immateriali, al credito e al finanziamento del sistema produttivo, alla tutela del made in Sardinia, ai servizi alle imprese. Alle istituzioni locali gli industriali propongono il Patto della Tovaglia, con la speranza che non faccia la fine del Patto della Crostata tra D’Alema e Berlusconi a casa di Gianni Letta quindici anni fa.
«Il prossimo rinnovo delle principali istituzioni del territorio - ha spiegato Scanu - ci fornisce l’occasione per affrontare quattro priorità: la stipula di un accordo quadro per l’Area metropolitana, la riqualificazione dell’area urbana di Cagliari con grandi scelte per il Piano regolatore del porto, l’area aeroportuale, il piano della mobilità, il campus universitario e lo stadio. Al sindaco uscente, al presidente dell’Autorita’ portuale in scadenza a settembre, al presidente della Regione e a quello della Provincia chiediamo di pianificare insieme su questi temi nei prossimi 120 giorni».
Secondo il presidente della associazione industriali della Sardegna Meridionale, c’è la necessità di consolidare i poli turistici balneari tradizionali «e di far sviluppare nuovi centri come il Sulcis-Iglesiente e le zone interne. Confindustria ha già presentato un progetto in Regione per questi territori minerari dismessi».