Le storie «diverse» di Sant’Eulalia Basket e Tigers Cagliari Onlus
Un lavoro sommerso con risvolti importanti nel sociale
MARIA GRAZIA PAIS
CAGLIARI. Nei giorni scorsi il Panathlon Club di Cagliari presieduto da Raffaele Bistrussu, si è riunito per consegnare i premi annuali a chi si è particolarmente distinto nel mondo dello sport. La scelta è caduta sul Sant’Eulalia Basket e sul Tigers Cagliari Onlus, due gruppi molto diversi tra loro che però hanno come principale obiettivo l’integrazione.
«Premi all’insegna dell’integrazione - ha confermato il sindaco di Cagliari Emilio Floris - Da un lato razze diverse che giocano insieme e dall’ altra i diversamente abili che si confrontano con i normodotati. Per questo sono felice che il Panathlon abbia deciso di premiare queste due importanti realtà che lottano perché ci sia integrazione».
Il gruppo sportivo Sant’Eulalia presieduto da Sergio Graviano è composto in massima parte da ragazzi stranieri che intorno a un canestro hanno costruito una squadra dalle mille lingue e tradizioni. Una formazione che negli anni è cresciuta parecchio ed è però penalizzata dal non avere un campo coperto. Questo però non spaventa Roby e i suoi amici che ormai si sentono parte integrante della città. A loro basta avere un pallone tra le mani per sentirsi i numeri uno e chissà che prima o poi non possano ricevere anche una struttura coperta che gli permetta di partecipare a un campionato regionale.
Gianguido Marzi e Mario Trogu invece per oltre quarant’anni hanno frequentato i diamanti della Sardegna fino a raggiungere qualche anno fa la serie A di softball con le Tigers, poi due anni fa dopo essere andati in pensione hanno deciso di mettere al servizio dei non vedenti la loro esperienza nel mondo dello sport. Hanno così trasformato le Tigers in una Onlus creando una squadra di baseball composta da non vedenti. «Abbiamo iniziato con tre ragazzi - ha spiegato il presidente Gianguido Marzi - e poi ci siamo fatti conoscere anche a livello nazionale, tanto che presto parteciperemo alla XV edizione dei campionati italiani. So che può sembrare strano che un non vedente possa giocare a baseball, ma grazie ad un sensore acustico inserito nella palla è possibile».
Infine il premio una vita per lo sport è stato consegnato al professore Venerando Monello, che ha avuto il merito di portare l’Isef in città.