Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nuovi poveri con la laurea in tasca

Fonte: L'Unione Sarda
22 dicembre 2010

Il disagio sociale colpisce 3397 sardi, tra loro tanti “insospettabili” rimasti senza lavoro
Cresce il numero di indigenti che chiede aiuto alla Caritas
La metà dei poveri dell'Isola vivono a Cagliari. La fascia più colpita è quella fra i 40 e i 44 anni.
Sembra un soprammobile. Invece è un vecchio addormentato su una panchina di piazza Costituzione. In pieno centro, quando il traffico delle 13 invade il cuore dello shopping natalizio, forse sogna con la testa poggiata su una busta di plastica, imbottita di stracci e giornali. Nessuno lo vede, nessuno si ferma. Ha le braccia conserte, le gambe distese. Lo chiamano clochard, barbone, cittadino senza fissa dimora. Ma è l'emblema di una povertà che in questi ultimi due anni sta colpendo centinaia di insospettabili, quelli che dall'oggi al domani hanno perso tutto: lavoro e dignità. O non lo trovano, anche se laureati.
I DATI I numeri, allarmanti, emergono dall'ultimo rapporto della Caritas relativo al 2009 su povertà ed esclusione sociale. Un'indagine stilata grazie alle informazioni provenienti dai centri d'ascolto diffusi in tutta l'Isola. Solo a Cagliari il disagio sociale coinvolge più di 1600 persone (1112 sardi, 498 stranieri, 5 con doppia cittadinanza), a Sassari circa 400. Complessivamente nell'Isola sono 3397 le persone (2424 sardi, 965 stranieri, 7 con doppia cittadinanza, 1 apolide) che hanno chiesto aiuto alla grande rete di solidarietà diocesana.
CHI SONO «I poveri a Cagliari rappresentano il 47,5 per cento del totale», spiega il sociologo Raffaele Callia, responsabile Servizio studi e ricerche regionale Caritas: «La maggior parte di loro sta nella fascia fra i 40 e i 44 anni, che rappresenta l'11,5 per cento». Più donne (905), che uomini (710): «Di cui il 39,4 per cento sposati». Poveri in cerca di un pasto che spesso hanno anche un ottimo livello di cultura: il 4,8 per cento è laureato, l'1,3 ha un diploma universitario, il 10,8 ha una licenza media superiore. Chiedono un sostegno economico e psicologico, perché hanno appena perso il lavoro o non lo trovano.
CARITAS Don Marco Lai, direttore della Caritas di Cagliari, non fa mistero sui recenti interventi a tappeto messi in campo dalle Istituzioni: «La politica del sussidio è molto più estesa: si è capito che moltissimi cagliaritani sono in grave difficoltà». Un esempio? «In sei mesi, con il sostegno della Provincia, attraverso il microcredito, abbiamo erogato 850 mila euro alle famiglie in condizione di particolare disagio, economico e sociale». Perché la povertà, spiega, «è figlia di tagli al personale, fabbriche al fallimento, un sistema economico che stenta a decollare. Ormai non c'è solo chi chiede un pasto o una coperta. Da noi stanno arrivando molti lavoratori in cassa integrazione, in mobilità, precari. Padri di famiglia a basso reddito. Ma ci sono anche i titolari di microimprese e piccole attività commerciali. Non mancano le donne in difficoltà, oltre a quelle (moltissime) che si fanno portavoce dei problemi economici dei mariti». Poi ci sono gli immigrati: «Che comunque sono un numero nettamente inferiore ai residenti».
MICROCREDITO Una speranza per le famiglie in difficoltà economica è arrivata dalla politica del microcredito, che prevede prestiti di tremila euro erogati dalla Banca di Cagliari, in convenzione con Provincia e Caritas. «Un'iniziativa che certamente ripeteremo anche nel futuro», conferma don Lai. Intanto dal settembre 2009 al 31 marzo 2010 (secondo i dati disponibili) le domande presentate a Cagliari sono state 95, contro le 16 di Quartu, su un totale di 226 in tutta la provincia. Fra i beneficiari dei mini mutui ci sono lavoratori atipici, donne svantaggiate, e famiglie in difficoltà.
ILENIA MURA

22/12/2010