Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Giovani e anziani, i punti deboli della città

Fonte: La Nuova Sardegna
20 dicembre 2010

Tra universitari fuori sede e alunni pendolari delle superiori vivono nel capoluogo circa cinquantamila persone tra i quindici e trent’anni



Disagio e insicurezza aumentati dalla cronica mancanza di politiche adeguate




ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Il capoluogo dell’isola ha due caratteristiche: da un lato è una delle città con l’indice di vecchiaia più alto (se non il maggiore) d’Italia, dall’altro ha una presenza di giovani di circa un terzo della sua popolazione residente, cinquantamila su 158mila.
Una contraddizione, si potrebbe dire, ma solo apparente. Normalmente la popolazione di una città viene calcolata in base ai residenti, mentre dovrebbe esserlo in rapporto a chi vive e trascorre nel centro urbano la maggior parte del suo tempo. Tra questi vi sono certamente gli studenti fuori sede, molti dei quali pernottano in città. Cagliari ha complessivamente oltre trentasettemila universitari e più di diecimila giovani che frequentano le scuole superiori (tra cui molti pendolari) per un totale di quasi cinquantamila persone. Un quadro che pone precise responsabilità a chi amministra il territorio del capoluogo. Innanzi tutto al Comune. «La nostra competenza è relativa agli edifici scolastici - sottolinea Edorado Usai, assessore comunale alla Pubblica istruzione - e in questo settore a noi spetta quella delle elementari e medie inferiori. Le superiori sono della Provincia». Per Giorgio Adamo, assessore municipale alle Politiche giovanili, «noi stiamo puntando su iniziative volte ad aprire ai giovani porte per il mondo del lavoro. Riguardo agli universitari, il nostro centro giovanile di via Dante ha l’unica biblioteca cittadina aperta sino a mezzanotte».
La protesta degli studenti medi e universitari di questi giorni riguarda certamente scelte nazionali, ma affonda le sue radici anche nell’insicurezza (il 44,7 per cento dei giovani cagliaritani che vorrebbero lavorare è disoccupato e il 90 per cento degli occupati è precario) e nella difficoltà di progettarsi un futuro. Il problema, spiega Ninni Depau (capo gruppo del Pd in consiglio comunale), «è che occorre un programma in grado di creare spazi fisici e culturali peer la grande massa di giovani che vivono in città. E su questo campo l’amministrazione comunale deve impegnarsi in prima persona. Tutte le questioni nodali coinvolgono in qualche modo gli studenti. Bastino gli esempi dei trasporti, interni ed esterni; oppure delle biblioteche e delle altre struttue culturali; o ancora delle case dello studente. La verità è che il Comune trascura gli studenti e, soprattutto, non li considera come una risorsa importate per la crescita della città».