Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Petrucci e la sfida dal basso: «Meglio di prima non basta»

Fonte: L'Unione Sarda
17 dicembre 2010

Centrosinistra. Il trentenne è l'alternativa a Cabras

«Nel 2007 c'erano 5 mila abitazioni sfitte e 300 provvedimenti di sfratto, il 70 per cento dei quali per morosità. Mi candido per parlare di problemi, con cognizione di causa. Mi candido per fare il sindaco».
Filippo Petrucci ha 30 anni, non ha mai ricoperto ruoli politici, e dopo il dottorato di ricerca in Storia dell'Africa continua a lavorare nel mondo universitario, da precario. Si è messo in testa di sfidare un gigante come Antonello Cabras alle primarie del centrosinistra. Il suo blog (petruccisindaco.wordpress.it) ha registrato 5 mila contatti in una settimana e viene utilizzato come leva per andare a caccia delle oltre 1600 firme che servono per essere ammessi alle primarie.
Com'è nata quest'idea?
«Parlando con gli amici più stretti, un gruppo di una decina di persone. È nata in maniera spontanea, pensando al bene della città. Noi crediamo alle primarie e questa non è certo una candidatura contro qualcosa o qualcuno».
Non c'è dunque un mandante occulto che vi chiede di mettere i bastoni tra le ruote a Cabras?
«I cittadini partecipano al dibattito politico, chiunque venga eletto alle primarie verrà poi sostenuto alle elezioni. La ringrazio di avermi fatto questa domanda perché ho modo di spiegare che si tratta di un modo vecchio di ragionare, fatto da chi non riesce a capire come cambiano i meccanismi di coinvolgimento. In noi non c'è nessuna malizia. Andiamo in giro, partecipiamo alle manifestazioni, usiamo soprattutto internet, visto che non siamo all'interno dei partiti. Stiamo sviluppando l'idea di una città nuova».
Qual è questa idea?
«Trasparenza, coinvolgimento, competenza, progettazione. Inutile fare un'azione singola. La città è un tutto, una cosa unica. Occorre abitarla, tornare a fare una seria politica per la casa. Il perimetro urbano si sta spopolando inesorabilmente. La situazione è grave e non ci si rende conto. Occorre allargare il dibattito iniziando, ad esempio, a parlare di sostegno alle famiglie e di canoni concordati».
Il vostro motto è “Meglio di prima, non ci basta”. Cosa vuol dire?
«Non basta fare, bisogna fare bene. Per quel che riguarda le opere pubbliche l'emblema dell'inefficienza della destra è il cantiere di piazzetta Maxia. Non c'è stato nessun coinvolgimento, nessuna spiegazione. A Cagliari spesso si usa dire «comunque qualcosa è stato fatto». Noi non siamo così, noi diciamo basta alla filosofia dell'accontentarsi»
Altri esempi?
«Come si fa a definire Cagliari capitale del Mediterraneo? Dovremmo anzitutto ricordarci di essere la capitale della Sardegna. Parlando con la gente ci rendiamo conto di quanti cagliaritani sono qua in “trasferta”, per ragioni di lavoro o di studio. A questo proposito vogliamo iniziare a considerare i 35 mila universitari come una risorsa?»
Come procede la raccolta delle firme?
«Abbiamo iniziato l'8 e siamo arrivati quasi a 400. Ne servono 1653 e mi lasci dire che si tratta di un numero spropositato, visto che a Milano ne erano sufficienti mille. Dobbiamo raccoglierle entro lunedì e grazie anche all'impegno dei tanti che ci seguono sul nostro blog siamo sicuri di riuscirci. Lo stiamo facendo per strada e il calendario dei nostri appuntamenti è disponibile proprio sul nostro spazio internet».
Cosa pensa della candidatura di Cabras?
«Il Pd è il partito di maggioranza relativa e ha legittimamente deciso di candidare una persona di esperienza, con un alto profilo istituzionale. Come elettore di centrosinistra ne prendo atto. Se a vincere le primarie sarà lui io lo sosterrò. Ma ho un'idea diversa per il futuro della nostra città. Io, ad esempio, parlo di discontinuità assoluta con il passato. Questa è una differenza rilevante». ( a. mur. )

17/12/2010