Sì o no alla demolizione
È appeso a un filo il destino di Villa Badas, l'edificio di via Milano realizzato dal celebre architetto nel 1957. Oggi è in programma l'udienza del Tar Sardegna che vede il costruttore Bruno Cadeddu opporsi al vincolo proposto dalla Soprintendenza ai beni architettonici su due ville della ex “Via del mare”, come la chiamavano i cagliaritani di un tempo. Le due costruzioni di pregio rischiano di lasciar posto a due palazzi di cinque piani che modificherebbero l'attuale equilibrio architettonico della strada.
Davanti ai giudici del tribunale amministrativo regionale si confronteranno due tesi: quella del costruttore, che ha acquistato gli edifici (villa Badas e un'altra attigua) ed è stato legittimamente autorizzato a demolirli e costruire due palazzi, e quelle della Soprintendenza e di un comitato spontaneo costituito da decine di cittadini che, anche attraverso una raccolta di firme, chiedono di salvare le ville. A supportare la loro posizione, il fatto che il Piano urbanistico comunale colloca le due ville in una zona “meritevole di essere tutelata per le sue particolarità architettoniche e per la qualità degli insediamenti e dei materiali usati per la costruzione”.
Gli avvocati della difesa hanno depositato in tribunale le testimonianze della figlia dei primi proprietari, la signora Franca Ferrari, che sostiene che l'architetto (definito così anche se in realtà non era laureato) è coautore del progetto della casa, e della figlia di Ubaldo Badas, l'avvocato Valeria Badas, che racconta di aver avuto in gioventù, direttamente da suo padre, notizia che la villa al numero 42 di via Milano era frutto del suo lavoro. A sostenere l'attribuzione della villa all'architetto inoltre vi sono le relazioni di alcuni autorevoli storici dell'arte che individuano nella cosiddetta “Villa Badas” gli elementi caratteristici del suo lavoro.
La zona di Bonaria negli ultimi anni ha visto la nascita di costruzioni fuori misura rispetto agli standard della zona dove storicamente si è affermato un modello di case basse circondate da ampi giardini. «L'intero quartiere di Bonaria rischia di perdere la propria identità architettonica», attacca il regista Enrico Pau. «Basta fare un giro osservare le nuove costruzioni fuori misura di via Caboni, via Padova, le tante gru sospese nel cielo per capire che l'antica via del mare è diventata terreno di conquista per gli appetiti degli speculatori. Voglio credere», conclude, «che il Comune riesca a contenere questa corsa al cemento entro i limiti attuali»
14/12/2010