Secondo la Coimpresa le nuove sepolture sono gi tutelate
CAGLIARI. Le anime della necropoli punico romana di Tuvixeddu forse non capiscono perch? non possono riposare in pace, un po' infastidite dal numero di carte bollate che ruotano attorno al loro principale luogo di sepoltura del Mediterraneo. La storia pi? recente inizia nel 2000 con un accordo di programma firmato da Ragione, Comune e Coimpresa per la realizzazione di una lottizzazione integrata: parco di ventuno ettari pi? quattrocento abitazioni, in un'altra zona del colle, a lato di via Is Maglias per 260 case e, nel versante, di Tuvumannu per le altre, pi? una serie di servizi. Poi nel 2004 c'? stata l'approvazione del codice Urbani, la legge che precisa anche l'importanza del concetto di paesaggio, come valore culturale non commerciabile. Prospettiva che ha dato forza a nuovi scenari e aperto il contenzioso su Tuvixeddu e sulla necessit ? (sostenuta a suo tempo dalla giunta regionale di Renato Soru) o meno, di allargare il perimetro vincolato: per creare un grande parco su tutto il colle. Nello stesso tempo, come recentemente sottolineato anche da Salvatore Settis (archeologo e direttore della Scuola normale di Pisa), le situazione normativa resta complicata dalla diversificazione di competenze (tra Stato centrale, Regione e Comuni) su paesaggio, ambiente e territorio. In questo quadro si inserisce il braccio di ferro tra una parte dell'opinione pubblica (interpretata a suo tempo da Soru, pur con errori sanzionati dai giudici amministrativi) e la Coimpresa. Con tutti gli strascichi giudiziari che hanno coinvolto anche aree non interessate dall'intervento della Coimpresa (come quelle situate a lato di Sant'Avendrace). Il problema ? il vincolo archeologico diretto e indiretto (1996), e quello paesaggistico (1997); e lo stabilire se siano adeguati alla situazione dei ritrovamenti effettuati successivamente. Da allora ad oggi sono state ritrovate 1.166 nuove sepolture, di cui 735 si trovano all'interno del parco e, quindi, all'interno del vincolo diretto istituito con decreto ministeriale nel 1996. Mentre le restanti 431 sepolture (quelle del mappale 187 e del lotto 7 dell'area Erb, che sono state rilevate nel versante di Sant'Avendrace), «pur trovandosi fuori dall'area dei parchi archeologico e naturalistico (che non esprimono un vincolo ma solo un'idea gestionale rispetto alla fruizione del pubblico) Ð afferma in una nota la Coimpresa Ð erano tuttavia per la quasi totalit ? ricomprese all'interno delle aree vincolate». Inoltre, nella nota, la Coimpresa, citando l'archeologa Donatella Salvi (della soprintendenza archeologica), precisa che delle 431 sepolture solo 11 «si sono opportunamente potute preservare, in quanto scavate su materiale calcareo consistente ». Nello stesso tempo va detto che la Salvi ? imputata per abuso d'ufficio per aver autorizzato due costruzioni nell'area Erb, in viale Sant'Avendrace. In genere, per?, secondo la Coimpresa, che cita anche documenti del soprintendente Marco Minoja, il vincolo del 1996 abbraccia l'intera estensione della necropoli. «Comprendendo fra vincolo diretto e indiretto non solo quanto effettivamente apprezzabile, ma quanto poteva avere fatto parte del complesso cimiteriale e della sua articolazione». A gennaio, infine, il Consiglio di Stato valuter? gli atti del contenzioso e decider? se i confini del vincolo andranno o meno modificati.