Progetto di 16 soggetti, tra imprese ed enti, sostenuto anche dall'Università
Studiare il degrado dei beni culturali e architettonici e mettere a punto nuove tecnologie per contrastarlo: è l'obiettivo di un progetto che ha riunito sedici imprese ed enti di tutta la Sardegna, fra cui i comuni di Cagliari, Carbonia e Iglesias. Lo studio, partito nell'estate del 2008 e costato 130mila euro, è stato illustrato mercoledì scorso nell'aula magna della facoltà di Architettura.
Il progetto, sostenuto dal consorzio Promea e dall'Università di Cagliari, è nato su iniziativa di Sardegna Ricerche, il polo istituito dalla Regione nel 1985 con sede nel Parco tecnologico di Pula. Fra i casi di studio proposti dal comune di Cagliari ci sono il cimitero di Bonaria, la chiesa della Purissima e l'ExMà: «Da anni i nostri studenti utilizzano Bonaria come una palestra dove esercitarsi nelle tecniche di restauro», ha spiegato il responsabile scientifico Luigi Massidda, del dipartimento di Ingegneria Chimica e Materiali.
Grazie alle indagini microscopiche e termografiche, è stata effettuata la mappatura delle zone di degrado: come ha affermato Paola Meloni (Università di Cagliari), «il cantiere pilota di Bonaria ci ha permesso di approfondire la conoscenza delle dinamiche di degrado e migliorare la professionalità del restauro». (fr.fu.)
09/12/2010