Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Pietrantonio getta la spugna

Fonte: La Nuova Sardegna
9 dicembre 2010



Via dal Lirico: «Un contributo alla soluzione della crisi»



Momenti di tensione col direttore amministrativo E i coristi cantano «Va pensiero» in consiglio comunale

MAURO LISSIA

CAGLIARI. Maurizio Pietrantonio ha gettato la spugna: uscito di scena il direttore amministrativo Vincenzo Caldo dopo il commissariamento del teatro, il sovrintendente ha riflettuto quarantott’ore, poi ha comunicato quello che era nell’aria.
Ha rimesso in mandato nelle mani del sindaco-presidente Emilio Floris, che gli ha chiesto in base allo statuto di restare al suo posto finchè il consiglio di amministrazione non si sarà espresso. E’ scontato che le dimissioni saranno accettate: si dice che la revoca della nomina fosse già in fase di elaborazione. Eppure in una breve nota diffusa nel pomeriggio Pietrantonio ha voluto precisare che la sua decisione va intesa come «un ulteriore segnale di affetto, amicizia e rispetto per il teatro lirico e per la città». Affetto tutt’altro che ricambiato: mentre l’ormai ex sovrintendente discuteva col sindaco Floris e con il consigliere-commissario Oscar Serci nel cortile interno del teatro numerosi dipendenti della Fondazione si sono affacciati alle finestre gridandogli «dimettiti» e «vattene subito». Lui però, nella nota, parla di «incontro lungo e proficuo, durato ore» nel quale «sono state affrontate tutte le problematiche e la situazione complessiva del teatro in pieno spirito di collaborazione». Non solo: il sovrintendente spera che la decisione di lasciare la poltrona di sovrintendente «possa contribuire alla soluzione della crisi».
Al di là delle dichiarazioni ufficiali Pietrantonio non aveva scelta: la decisione dell’organo amministrativo di affidare al manager Oscar Serci la verifica degli atti e dei conti suonava come un esplicito segnale di sfiducia nei suoi confronti e in quelli di Caldo, che hanno tenuto il timone della Fondazione partendo dalla voragine finanziaria lasciata in eredità dalla gestione di Mauro Meli: 25 milioni di euro, di cui gran parte è rimasta nel bilancio.
Comunque sia Pietrantonio lascia il teatro dopo sei anni con grande soddisfazione dei sindacati, che chiedevano da mesi la sua testa e non avevano digerito la sua conferma, appena qualche settimana fa. Fra le sigle sindacali e il violinista napoletano l’amore non era mai sbocciato, la colpa delle difficoltà in cui versa la Fondazione è stata comunque data a lui e al suo principale collaboratore, che alle prime ore del mattino di ieri - malgrado sia dimissionario - è stato visto armeggiare negli uffici amministrativi, impegnato a consultare documenti e atti. In serata si sono vissuti momenti di tensione quando alcuni dipendenti del teatro hanno dovuto chiedere l’intervento delle forze dell’ordine per impedire all’ex dirigente di portare via i computer dell’ufficio.
In generale i sindacati rimproverano ai due dirigenti napoletani scarsa efficienza.
La giornata si è chiusa con un gruppo di coristi che attorno alle 18 ha cantato ‘Va pensiero’ davanti ai consiglieri comunali che entravano in quel momento in municipio per partecipare alla seduta dell’assemblea civica.