Le tappe del riciclo. Se il Comune potesse conferire l'indifferenziato a Villacidro risparmierebbe il 13 per cento
Smaltimento obbligato al Tecnocasic, spreco di 2 milioni
Il nuovo appalto, da 7 anni (rinnovabile per altri 2), porterà alla riduzione del personale. Ora il servizio è affidato a circa 500 lavoratori, mentre la maxi-gara porta il limite massimo a 465 operai.
Smaltire l'umido-organico a Villacidro costa 68 euro a tonnellata: un prezzo buono, sempre più alto rispetto ai centri di conferimento del nord Italia, sicuramente minore rispetto al Tecnocasic, dove si pagano più di 91 euro. Il Comune però non può scegliere: la Regione dice che quel tipo di rifiuti deve finire nei contenitori della società di Macchiareddu, mica in quelli della Villaservice. E così il municipio spende 200 mila euro in più all'anno. E l'indifferenziato? Stesso discorso: consegnarlo al Tecnocasic costa 138 euro ogni mille chili, a Villacidro 17 euro in meno, con uno “sconto” del 13 per cento.
IL RISULTATO Moltiplicato per le 70 mila tonnellate prodotte ogni anno dai cagliaritani, tutto questo si traduce in un mancato risparmio di 2 milioni e 100 mila euro, che si riflettono sulla Tarsu. Che come certificano a turno istituti di statistica e associazioni dei consumatori, è tra le più alte d'Italia. Anche se non tutte le tabelle concordano: per l'osservatorio Indis di Unioncamere, una famiglia media cagliaritana paga 330 euro all'anno. Secondo uno studio della Uil, riferito allo stesso periodo (2008-2009) la tassa è di 244 euro. «E se potessimo decidere liberamente dove conferire i rifiuti», dice l'assessore alla Pianificazione dei servizi Gianni Giagoni, «questo importo si ridurrebbe notevolmente».
NEGLI STABILIMENTI Purtroppo questo, per il momento, non può succedere. E dunque il cartone delle attività commerciali deve andare alla Papiro sarda, il vetro alla Ecosansperate. Le bottiglie di plastica e la carta finiscono invece nello stabilimento di Ignazio Sotgiu, a Macchiareddu. Qui ogni mattina arrivano decine di camion - non solo dal Comune di Cagliari - che scaricano contenitori di detersivo, giornali vecchi e riviste impilate l'una sull'altra. I compattatori salgono sulla bilancia, vengono pesati all'ingresso, poi una seconda volta all'uscita, vuoti. «A ogni carico togliamo circa il 2 per cento: il peso della carta aumenta con l'aumentare dell'umidità. E quando hai a che fare con tonnellate di rifiuti, devi cercare di essere il più preciso possibile», racconta Rinaldo Sotgiu, undicesimo dei tredici figli di Ignazio, tutti impiegati nella società di riciclo dell'immondizia. Qui le bottiglie vengono divise per colore e composizione, ammucchiate e spedite alla Corepla, costola della Comieco, consorzio che gestisce il mercato nazionale del riciclo. Dove tutto ha un valore ben preciso: la plastica viene pagata 240 euro a tonnellata. Il cartone 95 euro, la carta 25. Un camion, tanto per capire, riesce a trasportare circa 2000 chili di cartone.
I GUADAGNI Il soldi vanno nelle casse della De Vizia perché, come spiega l'assessore Giagoni, «abbiamo fatto una scelta che incide sulla qualità dell'appalto: rinunciando ai diritti sui ricavi derivanti dai rifiuti, il gestore ha un interesse nell'effettuare un servizio preciso e puntuale».
LA TASSA Ma come viene calcolata la tassa sui rifiuti solidi urbani? Innanzitutto oltre al costo di smaltimento c'è, appunto, il costo del servizio, che a Cagliari è di 25 milioni e 500 mila euro. L'appalto è stato affidato nel 2005 alla società De Vizia, per due anni. «Ho dato mandato all'ufficio competente di bandire una nuova gara nel 2006», dice Giagoni. Ma la procedura, dopo mille intoppi (l'ultimo a luglio 2010, con l'annullamento per eccesso di ribasso dell'unica società partecipante) non è ancora arrivata alla conclusione. Così nel 2007 è arrivata una proroga di un anno, poi il Comune è andato avanti con diverse proroghe semestrali. Questo, sul piano meramente economico, è un vantaggio: «I prezzi del servizio sono gli stessi del 2005», dice Giagoni. E nel frattempo tra rinnovi contrattuali di categoria e rincari vari, l'aumento è stato del 28 per cento.
IL FUTURO Il nuovo appalto, da 7 anni (rinnovabile per altri 2) porterà alla riduzione del personale. Ora il servizio è affidato a circa 500 lavoratori (398 a tempo indeterminato più un centinaio di contratti a termine), mentre la maxi-gara porta il limite massimo a 465 operai. E l'appalto “transitorio”, che dovrebbe essere aggiudicato entro la prossima primavera (il 15 dicembre verranno aperte le buste) ne prevede invece 425. Insomma: anche qui, ci sono tagli in vista.
MICHELE RUFFI
07/12/2010