Teatro. Domani pomeriggio manifestazione dei dipendenti davanti al Municipio
Lascia il direttore amministrativo, clima sempre più teso
Domani il sovrintendente dovrebbe incontrare i sindacati. Cgil, Cisl, Snater e Css non ci saranno e manifesteranno in Municipio.
Il direttore amministrativo del Teatro lirico Vincenzo Caldo si è dimesso. La lettera che contiene la comunicazione è stata consegnata venerdì pomeriggio nelle mani del sovrintendente, Maurizio Pietrantonio.
La decisione di Caldo non è inattesa nel merito ma nei tempi. Criticato duramente dai sindacati (ma non solo) sul bilancio, sulla gestione amministrativa e del personale, al centro delle polemiche dopo il misterioso furto nel deposito di Monastir, va via a ridosso dell'approvazione del bilancio consuntivo del 2010 e nei giorni decisivi per la preparazione della stagione 2010-2011.
GLI INTERROGATIVI Non è chiaro che cosa abbia generato l'inopinata decisione. Ma il fatto che lasci proprio ora, con i conti da chiudere e a poco più di sei mesi dalla scadenza del contratto da 110 mila euro all'anno che lo lega al Lirico dal 2004, apre molti interrogativi. Qualcuno, in questi giorni di analisi e di conti al vaglio, gli ha contestato qualcosa? Ha rotto i rapporti con il soprintendente, del quale è stato il più stretto collaboratore (anzi, per molti è stato lui il vero numero uno del teatro) per sei anni?
Certo è che le dimissioni di Caldo aprono un altra crepa nelle fondamenta di un teatro già scosso da mesi da movimenti tellurici che ne hanno messo a rischio la stabilità.
INCONTRO A RISCHIO Domani il sovrintendente dovrebbe incontrare i sindacati per presentare la bozza della prossima stagione e del piano industriale. Ma è probabile che parteciperanno in pochi. Cgil, Cisl, Snater e Css hanno annunciato che non ci saranno («non riconosciamo Pietrantonio, se ne deve andare») e si recheranno in corteo in Municipio per contestare il sovrintendente nella casa del sindaco e del consiglio comunale (che discuterà un'interrogazione del capogruppo Pd Ninni Depau sul teatro). Se questo accadrà, il numero uno della Fondazione ne uscirebbe ulteriormente indebolito, dopo le critiche di venerdì in consiglio di amministrazione da parte degli stessi sindacati ma anche dal consigliere Gualtiero Cualbu. «Ci siamo presi la responsabilità di confermare un sovrintendente duramente contestato», ha detto venerdì l'imprenditore, «ma se martedì non si trova un accordo bisogna trarne le conclusioni».
PROTESTA AL TEATRO Intanto gli occupanti continuano a inscenare performance di ogni genere per sensibilizzare gli spettatori. È successo ad ogni rappresentazione de “Lo Schiaccianoci”. Anche sabato, appena calato il sipario sul balletto, da un punto del teatro si è levato un urlo: “Hanno ammazzato il nostro teatro” . La gente, angosciata, si è girata. Ed ha assistito a un corteo funebre con tanto di bara, ceri e donne vestite a lutto. I manifestanti si sono piazzati davanti al palco con i cartelloni contro il sovrintendente e contro i tagli alla cultura e ripetevano come una litania “La cultura sta morendo”. Il pubblico ha applaudito.
FABIO MANCA
06/12/2010