Lascia Vincenzo Caldo, uomo di fiducia del sovrintendente
CAGLIARI. Al Teatro lirico è cominciata la resa dei conti: il direttore amministrativo Vincenzo Caldo, uomo di strettissima fiducia del sovrintendente Maurizio Pietrantonio, si è dimesso e ha lasciato la città. La notizia non è stata ancora comunicata ufficialmente al consiglio di amministrazione. La lettera di commiato dovrebbe arrivare oggi all’attenzione del sindaco e presidente della Fondazione Teatro Lirico, Emilio Floris.
Impossibile conoscere le ragioni che hanno condotto Caldo a lasciare il Teatro lirico cagliaritano dopo sei anni di lavoro. Di certo ha inciso sulla decisione la delega conferita dall’organo amministrativo al manager Oscar Serci, che questa mattina avrebbe dovuto dare il via alla verifica degli atti amministrativi e dei conti in vista dell’elaborazione di un piano finanziario utile a garantire un rientro dalla situazione disastrata di questi mesi.
Caldo getta la spugna in una fase cruciale della vita del teatro: entro la fine di dicembre il consiglio di amministrazione dovrà votare il bilancio preventivo per il 2011, mentre il bilancio consuntivo del 2010 - che doveva essere pronto per il 30 ottobre scorso - non esiste oppure non è stato consegnato al cda. Serci è stato chiamato da Floris proprio per chiarire quale sia la situazione amministrativa e finanziaria della Fondazione, sulla quale hanno chiesto lumi appena venerdì scorso i sindacati e i dipendenti intervenuti all’assemblea-incontro con i vertici del teatro.
Al sindaco sono stati chiesti numeri e riferimenti precisi sullo stato dei conti, Floris ha ribadito che sarà Serci a spulciare già nel corso di questa settimana contratti, consulenze, incarichi e riflessi economici di ogni scelta compiuta negli ultimi anni dall’accoppiata Pietrantonio-Caldo. È certo che la Fondazione ha lavorato per anni senza indire gare d’appalto e questo rappresenta un punto controverso della gestione, perché non è chiaro se una fondazione di diritto privato che opera con finanziamenti pubblici sia obbligata a rispettare le norme che regolano le procedure di evidenza pubblica. Ma questo è un problema che verrà affrontato successivamente. Ora si tratta di capire quali potranno essere le conseguenze dell’addio di Caldo - che diverrà ufficiale oggi - soprattutto quali saranno le decisioni di Pietrantonio, che rimane orfano del principale e fidatissimo collaboratore proprio nella fase più acuta della crisi in corso in via Sant’Alenixedda. (m.l.)