Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I commercianti: i cortei ci tagliano le gambe

Fonte: L'Unione Sarda
6 dicembre 2010

Nei giorni in cui le strade sono attraversate dalle manifestazioni i negozianti lamentano cali dei loro affari
«Capiamo le ragioni di chi scende in piazza ma servono nuove regole»
La soluzione, lui l'ha trovata. «Basta spostare il Consiglio regionale a Macchiareddu o sulla 554», suggerisce, tra il serio e il faceto, Francesco Peiretti. Ottico storico di via Roma («Io sono qui dal '67 ma il negozio è stato aperto da mio padre nel '32»), si lecca le ferite dopo ogni manifestazione. «Venerdì, per esempio, ho incassato forse cinquanta euro. E devo preoccuparmi di tre dipendenti».
Tutti lamentano problemi economici. «Difficile», interviene Antonio Durzu, edicolante di piazza Deffenu, «quantificare le perdite quando ci sono manifestazioni. Ma il calo esiste». Il venditore di giornali non ci riesce, il gelataio sì. «Perdiamo dal 30 al 50 per cento», svela Bruno Patteri nel negozio sotto il portico, «soprattutto perché molti dei nostri clienti si fermano con l'auto. Il traffico bloccato ci penalizza. Se poi la manifestazione va avanti, la situazione peggiora perché perdiamo tutti quei clienti che pranzano con il gelato».
A svelare un altro disagio è Alessandra Lai del negozio di abbigliamento Sixtyfive. «I dipendenti hanno difficoltà a trovare parcheggio e, quindi, rischiano di arrivare in ritardo. Se poi, le proteste vanno avanti anche all'ora di pranzo, non possiamo tornare a casa e, quindi, rimaniamo imprigionati nel negozio».
Un problema che viene lamentato anche dal vicino Nuovo Olympia. Anche se, da quelle parti, si riflette sul fatto che non tutti i mali vengono per nuocere. «Perché», racconta la responsabile del punto vendita Manuela Gulleri, «può anche capitare che qualche manifestante ne approfitta per entrare nel negozio e fare acquisti. Comunque, quando ci sono cortei, si registra un calo delle vendite».
Si lamentano i commercianti di via Roma. Ma le conseguenze delle manifestazioni non ricadono esclusivamente su loro. Anche i commercianti delle strade limitrofe hanno qualcosa da dire. «Anche se», puntualizza Marco Sini della omonima coltelleria di via Baylle, «sono ben altre cose che danneggiano il piccolo commercio». Sini, tra l'altro, non se la prende con i manifestanti. «In queste situazioni di crisi, sono certo che chi protesta ha le sue ragioni. Purtroppo i disagi finiscono con il ricadere su noi».
Cioè su tutti i commercianti della zona intorno a via Roma. Figurarsi che cosa vivono quelli che operano nella zona della stazione: venerdì, per esempio, di mattina sono stati bloccati dai lavoratori Geas e dagli studenti, di pomeriggio dagli ambulanti. «Sapete», chiede provocatoriamente Gianni Pacini, dell'omonimo negozio di dolciumi di via Maddalena, «quanto ho incassato in mattinata? I pochi euro di una signora del terzo piano di questo palazzo, l'unica che è potuta venire». Neanche lui se la prende con i manifestanti. «Poveracci, tanti di loro sono disperati. Ma le manifestazioni devono essere regolate: non è giusto, per esempio, che anche piazza del Carmine finisca con l'essere spesso bloccata». ( mar.co. )

05/12/2010