Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Al Lirico si balla con lo Schiaccianoci

Fonte: L'Unione Sarda
2 dicembre 2010

Applausi in sala alla Compagnia di Riga che propone l'immortale balletto di Cajkovskij mentre sul tetto i dipendenti del teatro protestano


Mentre i lavoratori del Teatro Lirico sul tetto gridano la loro protesta, e sui piani alti continua l'occupazione, sul palcoscenico l'orchestra di casa diretta da Farhads Stade fa rivivere la melodia della Fata Confetto, la danza dei flauti, il valzer dei fiori, per uno Schiaccianoci ideato e realizzato dalla Compagnia di ballo di Riga.
Capolavoro dell'inventiva musicale di Cajkovskij, che lo compose seguendo minuziosamente le indicazioni coreografiche di Marius Petipa, lo Schiaccianoci è una splendida galleria di temi musicali di fresca inventiva, che hanno la capacità di colpire la fantasia e l'immaginazione con immediatezza. E martedì sera a Cagliari il balletto con la coreografia e la regia di Aivars Leimanis non ha tradito le aspettative, con un'interpretazione di bella forza espressiva. Una favola di Natale realizzata dalla troupe con fantasia e realizzata con costumi variopinti.
È il trionfo del balletto classico, tra pas de deux e grand valse, con i piccoli cammei del Divertissement incastonati nella narrazione generale. Dall'evanescenza dei tutù bianchi nella danza dei fiocchi di neve alla concitazione del Trepak russo, la galleria di danze e melodie tiene desta l'attenzione sino al culmine del luminoso Valzer dei Fiori.
La compagnia della Repubblica di Lettonia, di rigorosa formazione accademica, porta avanti il balletto con competenza, cura i singoli episodi, mentre l'Orchestra di Cagliari valorizza armonie e colori strumentali. Un mosaico di pezzi celebri, una strabiliante ricchezza di melodie che la direzione di Farhads Stade restituisce con lo sguardo attento a cogliere le sfumature dell'espressione musicale, curandone il sincronismo con le coreografie.
All'Orchestra di Cagliari il compito di dare sostegno all'azione narrativa, con la festa di natale, i giochi e i litigi dei bimbi, i doni sotto l'albero. E lo schiaccianoci a forma di soldatino, regalato a una bimba, che poi sogna di veder trasformato il giocattolo in un bel principe, impegnato a combattere il Re dei topi. È poi la compagnia di ballo che dà anima a questo balletto multiforme, dove gli episodi si susseguono in una galleria di pezzi di bravura che dà agio alle prime parti di esibirsi in un campionario di difficoltà.
Una coreografia in fondo tradizionale quella di Aivars Leimanis, con qualche spunto fantasioso. Ligia ai canoni consolidati, riprende la tradizione del balletto accademico di Petipa, concentrandosi su movenze classiche e sulla dialettica tra danza e partitura musicale. Discutibile quell'eccesso di gusto barocco nella scenografia, quando, spettacolo nello spettacolo, davanti a un gazebo a tortiglioni e un secondo sipario di pesante pizzo, Clara e il principe assistono alle diverse esibizioni.
Ma poi la favola si conclude così come deve: Clara si sveglia dal suo sogno, il principe torna ad essere un semplice schiaccianoci, non prima di essersi abbandonato all'enfasi dell'ultimo ballo.
Restano ricordi di suoni particolari come quello delicato e tintinnante della celesta che accompagna i volteggi della Fata Confetto. Applausi per tutti. Per il corpo di ballo e le étoiles Margarita Demjanoka e Aleksei Avechkin; per l'Orchestra e il direttore e il coro delle voci bianche preparato da Enrico Di Maira.
GRECA PIRAS

02/12/2010