Parla il sindaco Emilio Floris
Continua a difendere Maurizio Pietrantonio, a dispetto di mesi di proteste, chiede agli abbonati di non abbandonare il teatro e ai sindacati di fumare con lui il calumet della pace e di rassicurare gli spettatori che se ne vanno. Alla vigilia del consiglio di amministrazione e dell'incontro con i sindacati, in programma domani, Emilio Floris prova a gettare acqua sul fuoco.
Parte del pubblico abbandona il teatro. Gli altri si chiedono: che ne sarà delle stagioni gloriose?
«Negli anni scorsi abbiamo investito molto nelle masse artistiche e tecniche del teatro. E grazie a loro programmeremo una stagione di qualità compatibilmente con i fondi disponibili».
Significa che non sarà ingaggiato nessun artista esterno?
«Certo che arriveranno, ma a tutti chiederemo una riduzione del cachet, anche trattandoci direttamente, senza la mediazione d agenti».
Chi sarà il prossimo direttore artistico?
«Non lo so. Spero che Hubert Soudant accetti di collaborare ancora con noi e spero che anche il tenore cagliaritano Gianluca Floris possa dare un suo contributo».
Finalmente un sardo nella cabina di comando del principale teatro sardo.
«Ci siamo sentiti e ci incontreremo. Vedremo. C'è anche un'ipotesi di una collaborazione con Stochino Weiss, un altro sardo»
In attesa di sapere quanti fondi avrete, come taglierete i costi e come farete economia?
«Stiamo studiando collaborazioni con altri teatri, da Sassari al Bolshoi».
I sindacati continuano a chiedere la testa del sovrintendente ma lei continua a confermargli la fiducia. Perché?
«Perché non ha aggravato il debito, perché, tra i pochi in Italia, ha sempre chiuso il bilancio in pareggio nonostante il costante calo dei fondi, perché se quest'anno non fossero mancati i 2,6 milioni del ministero avremo avuto un bilancio sano e non saremo qui a parlare di occupazioni e di crisi».
Il ministro Bondi ha detto che quei soldi non sono mai stati garantiti.
«Significherebbe che tutte le fondazioni italiane che hanno previsto quei fondi in bilancio non hanno capito niente».
Il debito patrimoniale è ancora enorme.
«Se i finanziamenti arrivano in ritardo e la fondazione deve pagare consistenti interessi passivi alle banche non è colpa di Pietrantonio».
Allora perché tutti ce l'hanno con lui?
«Francamente non ho ancora sentito accuse precise».
Pensa che qualcuno stia strumentalizzando la crisi?
«Non lo so. In ogni caso in questo momento di difficoltà chiedo a tutti di agire nell'esclusivo interesse del teatro mettendo da parte tutto il resto».
Perché nel bilancio 2010 ci sono 840 mila euro della Provincia che Milia ha detto di non avere mai impegnato?
«Se sono in bilancio significa che c'era un impegno, altrimenti non ci sarebbero».
Come avete trovato i conti?
«Li stiamo esaminando con la lente di ingrandimento».
FABIO MANCA
02/12/2010