Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tra luci, neve e valzer uno «Schiaccianoci» garbato e senza fasti

Fonte: La Nuova Sardegna
2 dicembre 2010



Al Comunale il Balletto dell’Opera di Riga protagonista dell’allestimento con le coreografie di Aivars Leimanis



Lo spettacolo è andato in scena mentre i dipendenti protestavano sul tetto dello stabile e in piazza

GABRIELE BALLOI

CAGLIARI. Con «Lo Schiaccianoci» si conclude la Stagione operistica e di balletto del Lirico. A non concludersi, però, sono le proteste dei dipendenti che da sabato hanno presidiato il Comunale. Produzione diminuita, nuova programmazione ancora assente, necessità d’un progetto adeguato di sviluppo, il possibile slittamento dello stipendio di novembre, la richiesta di rinnovare i vertici della fondazione. Cosicché arrivando alla “prima” del balletto, martedì sera, si potevano udire gli slogan di alcuni manifestanti saliti fin sul tetto dello stabile, mentre i colleghi giù nel piazzale antistante distribuivano volantini e spiegavano i motivi della loro protesta.
Lo «Schiaccianoci», su musiche di Caijkovskij e libretto di Marius Petipa, hanno voluto che andasse in scena comunque per rispetto del pubblico. E così è stato. Il Balletto dell’Opera di Riga, con coreografia e regia di Aivars Leimanis, scene e costumi di Alexandre Vassiliev, ha dato vita al celeberrimo spettacolo d’ambientazione natalizia. Sul podio Farhads Stade a dirigere orchestra e coro di voci bianche (preparato da Enrico Di Maira).
Non è fastoso e variegato come l’ultimo «Schiaccianoci», allestito nel febbraio 2004. Eppure non mancano i giochi e gli effetti scenografici, nulla di inedito ma abbastanza gradevoli. Fra luci festive, neve ed un realistico sparo di cannone, la rappresentazione va in crescendo per tutto il primo atto. Le sequenze domestiche della vigilia sono rese con garbo, eleganza, ma soprattutto con ludica ironia, si scherza, si gioca, si dipinge il Natale attraverso la sguardo dell’infanzia. Per arrivare poi al culmine della famosa battaglia fra il Principe Schiaccianoci e il Re dei Topi. Il direttore lettone non sta certo a lesinare sul prorompere delle percussioni, e difatti cerca spesso un effettismo sonoro tendente alla magniloquenza orchestrale, cosa che talvolta lo porta perfino a stravolgere i tempi, specialmente nelle chiuse finali. Con il secondo atto, invece, ad eccezione del geometrico e cristallino «Valzer dei fiocchi di neve», l’allestimento va un po’ scemando. Ad esempio l’altro valzer, quello ben noto “dei fiori”, risulta un tantino algido, anche perché la scelta estetica cade chissà come su colori e costumi di sapore settecentesco, l’atmosfera è vagamente aristocratica, barocca o rococò. Si direbbe quasi che Leimanis abbia sparato tutte le sue cartucce all’inizio, rimanendo sguarnito d’ispirazione per la seconda metà del balletto. Ovviamente si distinguono per qualità tersicoree i personaggi in primo piano, Margarita Demjanoka (Marie) e Aliaksei Avechkin (il Principe), sebbene non convinca del tutto il trasformare il classico «Pas des deux» in un numero che coinvolge altri quattro ballerini, facendo perdere continuità al pathos di quello che, in genere, è il momento dove viene esibita la bravura tecnica della coppia di étoiles.