La mattina
La via crucis dell'Università. Così si potrebbe chiamare il corteo organizzato dagli “Studenti contro la crisi”. Un coordinamento spontaneo di universitari che non include sigle o collettivi, che ieri, a partire dalle 10, è riuscito a portare in piazza circa 350 ragazzi che hanno effettuato blocchi stradali temporanei e l'occupazione simbolica del Rettorato.
Il corteo è partito da Lettere per poi spostarsi in Ingegneria, nelle tre facoltà di viale Fra' Ignazio, in quella di Lingue, nel Palazzo delle Scienze e in Architettura. «Abbiamo organizzato un volantinaggio mirato», spiega Enrico Puddu, studente 22enne di Scienze politiche, «in cui abbiamo spiegato agli studenti quali saranno le conseguenze della riforma Gelmini nella loro facoltà». Il lavoro certosino di informazione include corsi tagliati, esami senza copertura dell'insegnamento e tutti gli effetti del Ddl che, secondo gli studenti, porterebbero al collasso dell'ateneo cittadino.
In ogni “stazione” il gruppo irrompeva nelle aule dove si teneva la lezione, distribuiva materiale e rastrellava studenti, che volentieri si univano ai loro colleghi alla volta della facoltà successiva. Tra un reclutamento e l'altro, i ragazzi hanno fatto qualche sosta fermando il traffico per pochi minuti. I blocchi sono stati effettuati in piazza d'Armi, in viale Buoncammino, in piazza Yenne e in via Santa Margherita.
La manifestazione si è conclusa in via Università, dove, sotto gli occhi degli agenti della Municipale e della questura, gli universitari hanno sfondato le porte del rettorato, per riunirsi in un'assemblea che si è conclusa poco dopo le 13.
Sempre ieri i consiglieri regionali di Sinistra ecologia e libertà, Massimo Zedda, Luciano Uras e Carlo Sechi hanno presentato un'interpellanza al presidente Cappellacci per sapere «se intenda opporre ogni legittima resistenza ad una riforma che inequivocabilmente danneggia l'università sarda» e «quali politiche e quali misure urgenti intenda mettere comunque in campo al fine di tutelare il diritto allo studio dei giovani sardi».
MARIO GOTTARDI
30/11/2010