l'anci
Il nuovo sistema di imposizione fiscale sulla casa (Imu e cedolare secca) rischia di diventare un boomerang per i Comuni. Tradotto in parole semplici: i sindaci italiani temono minori entrate e, quindi, maggiore fabbisogno di liquidità.
L'ANCI Lo sa bene Tore Cherchi, presidente regionale dell'Anci, l'associazione nazionale dei Comuni italiani. «Abbiamo calcolato che, per pareggiare i nostri conti, l'aliquota dell'Imu», la nuova imposta municipale che sostituirà per gli immobili l'Ici, l'Irpef, le addizionali sui redditi fondiari di edifici non locati, le imposte di registro, ipocatastali, di bollo, di successione e i tributi speciali catastali, «deve raggiunge almeno l'11,7 per mille: un tetto ben superiore all'Ici ordinaria al 7 per mille». Anche «la cedolare secca al 20%», continua Cherchi, «chiede un impegno contro l'evasione nel mondo delle locazioni per niente semplice».
IL FONDO Per tutte queste ragioni, «è necessario che il fondo di compensazione creato per equilibrare i conti degli enti nella fase di passaggio all'Imu sia efficace fino al 2014», data in cui entrerà a regime l'Imu, «e non solo per il 2011, come fissato attualmente. Altrimenti, si rischia che le difficoltà nell'erogazione dei servizi ai cittadini da parte dei Comuni aumentino in maniera esponenziale».
IL PROVVEDIMENTO Le preoccupazioni dell'Anci sono fondate e possono essere determinanti per il futuro dello schema di decreto legislativo varato il 4 agosto. Decreto non ancora approvato in via definitiva, mancando tra l'altro proprio il parere dei Comuni.
30/11/2010