Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Federalismo, partenza in salita

Fonte: L'Unione Sarda
30 novembre 2010

Fisco. Nell'Isola bilancio in rosso per l'imposta municipale (Imu) e la cedolare secca sugli affitti
Nuove tasse: calano le entrate dei Comuni sardi
Il federalismo fiscale rischia di mettere in ginocchio i Comuni della Sardegna: con le nuove tasse si prevedono bilanci in rosso.
Il federalismo fiscale si preannuncia in salita per le casse dei Comuni isolani. La nuova imposta municipale (Imu) che potrebbe essere applicata dal 2014 (se lo schema di decreto verrà approvato in via definitiva) e l'utilizzo della cedolare secca (aliquota fissa per gli affitti dal 2011) porterà a conti in rosso anche nei capoluoghi sardi. È quanto emerge da una indagine del Sole 24 Ore realizzata su dati dell'Agenzia del territorio, Copaff e Dipartimento delle finanze.
IL GETTITO Il minor gettito rispetto ai tributi attuali (perdita calcolata stimando i proventi della cedolare secca e calcolando l'Imu con un'aliquota del 10 per mille) potrebbe colpire Nuoro (13esima fra le città italiane più penalizzate) con un minore gettito del 33,6% (4,2 milioni di euro in meno), seguita da Sassari (al 54esimo posto) con il 27,1% (-12,1 milioni) e da Oristano (55esimo posto) con circa il 27,1% (-3,1 milioni), e da Cagliari (al 60esimo posto) con il 26,4% (-21,7 milioni di euro).
IL PROVVEDIMENTO Il decreto prevede che dal 2014 la nuova imposta municipale dovrà essere versata da chi vende immobili e da chi li possiede (esclusa l'abitazione principale). L'Imu per gli immobili sostituirà l'Ici, l'Irpef, le addizionali sui redditi fondiari di edifici non locati, le imposte di registro, di bollo, di successione e i tributi speciali catastali.
LE ALIQUOTE Il problema del buco nei bilanci dei Comuni dipende prima di tutto dall'aliquota fiscale su cui calcolare l'Imu. Secondo gli ultimi dati elaborati dal Dipartimento delle finanze, e riportati sul Sole 24 Ore, sul possesso degli immobili in gioco ci sono 11,57 miliardi di euro, fatti di Ici (9,9 miliardi) e Irpef. La Commissione tecnica per l'attuazione del federalismo fiscale (Copaff) ha messo in fila le basi imponibili di tutti i Comuni e ha calcolato che gli immobili destinatari dell'aliquota agevolata (pari a metà di quella ordinaria e riservata al possesso degli edifici dati in affitto) sono poco meno del 40% del totale: su questa base, per pareggiare i conti con Ici e Irpef destinate al tramonto, serve un'aliquota ordinaria del 10 per mille (cioè l'1%). Da qui, sottolinea l'elaborazione, arriva il primo nodo: «Le aliquote così concepite», si legge nello studio, «sono più alte di quelle dell'Ici (il tetto dell'ordinaria è al 7 per mille) e, anche se cambia la base imponibile, l'immagine politica dell'intera operazione rischia di non essere delle migliori: il federalismo, secondo i suoi fautori più accesi, deve abbassare le tasse, e un'aliquota più alta in questo contesto suona male». Ed è per questo che ancora non si parla di “aliquote di riequilibrio”, attese per domani così come stabilito dal decreto legislativo del 4 agosto.
LA CEDOLARE Il secondo scoglio da affrontare è la cedolare secca. Qui la perdita di gettito è notevole: i proprietari dal 2011 pagheranno un'aliquota del 20% rispetto all'attuale attorno al 30%. In questo caso, il recupero di gettito si fonda sull'emersione del nero. «In Sardegna», spiega Tore Cherchi, presidente regionale dell'Anci, «per pareggiare i conti dovrebbe emergere un terzo del nero in tre anni, con un allargamento della base imponibile del 35%: una vera incognita».
LANFRANCO OLIVIERI

30/11/2010