La lettera del segretario generale della Cisl Fabrizio Carta
«Il ridimensionamento del programma riduce la qualità del teatro e mette a rischio l'investimento del Parco della musica».
Teatro non vuol dire solo arte. Significa anche economia, turismo, possibile crescita di alberghi e, perché no?, dell'aeroporto. Premesse utili per capire come mai il segretario generale della Cisl cagliaritana Fabrizio Carta abbia inviato al presidente della Camera di commercio Giancarlo Deidda una richiesta di intervento nella «drammatica situazione vissuta dal teatro Lirico». Servirebbe una stampella economica: «La Camera e la sua Giunta si facciano carico del problema», scrive Carta, «e identifichino iniziative di sostegno, nelle pieghe del bilancio, a favore del teatro. Per tutto ciò si ritiene indispensabile l'attivazione di un canale di confronto tra sovrintendente e consiglio d'amministrazione del teatro».
«TEATRO IN PERICOLO» Il segretario del sindacato scatta una fotografia preoccupante: «I tagli del Fondo unico per lo spettacolo sono certi. Il contributo della Provincia che, negli ultimi anni aveva garantito un versamento di circa 800.000 euro, è stato praticamente revocato mentre, data la sempre minore disponibilità del Comune, non appaiono sicuri nemmeno quelli del capoluogo».
EFFETTO-CRISI E l'intervento di imprenditori e fondazioni, ipotizzato da qualcuno, è quantomeno improbabile: «La possibilità che i privati intervengano finanziariamente, apportando risorse fresche, si allontana a causa di una crisi generale che colpisce cittadini e imprese. Tutto ciò mette in forse l'attività del teatro, la più grande istituzione culturale della città di Cagliari e della regione ed una delle più amate istituzioni della città, come dimostrano i versamenti del 5 per mille erogati dalla cittadinanza». A rischiare, oltre all'intera struttura e ai dipendenti che lavorano per l'Ente Lirico, ci sarebbe anche il Parco della musica, pronto a essere inaugurato: «Il ridimensionamento del programma riduce la qualità dell'attività del teatro mette a rischio gli investimenti, come quello del Parco, minaccia gli stipendi dei lavoratori stabili (circa 230), elimina di fatto i lavoratori precari storici che hanno accumulato, in anni di lavoro, una grande professionalità che non può disperdersi».
«LA CAMERA SI INTERESSI» Ecco perché «la Camera di Commercio, costituita da tutte le forze sociali ed economiche dalla provincia, non può disinteressarsi di una questione così rilevante, sia perché la cultura va difesa di per sé, essendo portatrice di crescita umana e sociale, sia per i risvolti economici che il teatro potrebbe indurre sulla città e sulla Regione». Gli effetti positivi? Eccoli: «Basterebbe pensare all'incremento dei flussi turistici collegabili con il cartellone del teatro, al conseguente potenziamento dell'aeroporto e al beneficio per la ricettività turistica della Provincia. A cosa varrebbe, del resto, aver investito milioni di euro sul progetto Parco della Musica, se il teatro langue o, peggio, muore?».
24/11/2010