Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Laguna saccheggiata dagli abusivi»

Fonte: L'Unione Sarda
24 novembre 2010

Santa Gilla. Il presidente del consorzio ittico: i pescatori illegali fanno crollare i bilanci
La denuncia: cozze, arselle e orate vendute al mercato nero
Rizzardini se la prende con l'assessore Prato: «In piazza con i pastori per protesta ».
«Si sono organizzati anche le baracche e i punti per l'approdo». Valter Rizzardini, presidente del consorzio ittico Santa Gilla, indica il punto esatto della laguna regno degli abusivi. Peggio delle inondazioni, più dannosi dell'inquinamento. Il responsabile dell'unico ente autorizzato a pescare nello specchio d'acqua tra Cagliari, Assemini, Elmas e Capoterra ce l'ha con i doppiolavoristi e i pensionati che ogni giorno «gettano le reti e rubano pesci, mitili e molluschi». I controlli sono praticamente inesistenti: la Forestale è latitante, solo la Capitaneria dopo l'intervento del prefetto ogni tanto fa capolino. Insomma, il malcontento è alle stelle. «Anche perché l'assessore Prato non si è mai degnato di risponderci. Presto scenderemo in piazza con i pastori».
LA LAGUNA Rizzardini è a capo del consorzio che riunisce 140 pescatori divisi in 8 cooperative autorizzate a pescare nei 1800 ettari d'acqua della laguna. «Orate, spigole, gamberetti, ghiozzi, cozze, arselle, cannolicchi nel 2009 ci hanno permesso di fatturare circa 700 mila euro. Quest'anno non raggiungeremo neanche i 400 mila euro. Un disastro». Qual è la causa del crollo dei bilanci? «Non c'è dubbio, gli abusivi. Non chi pesca qui da una vita e non ha altra forma di sostentamento, ma quelli che - senza aver pagato la quota associativa - dopo aver concluso il lavoro di infermiere, poliziotto, meccanico, dipendenti regionali o comunali gettano le reti e raccolgono di tutto. Quest'anno, con il forfait dei dieci volontari che si occupavano della Polizia ittica , il fenomeno è esploso».
GLI ABUSIVI Tracciare l'identikit del pescatore abusivo è quasi impossibile. Più facile descrivere le caratteristiche. «Sono talmente sfrontati che hanno l'approdo privato, mettono le barche in acqua, gettano le reti». In quale area della laguna? «Da Giliacquas, a nord, al ponte della Scafa, a sud». Che fine fanno i mitili e i molluschi? «Il pescato viene rivenduto al mercato nero, senza controlli sanitari e senza pagare un centesimo di tasse». Sì, ma dove? «Nei ristoranti e nei mercati». Quindi anche a San Benedetto e in quello ittico? «Non abbiamo prove, ma più di uno l'ha confessato». Ci sono aree dedicate agli sportivi? «Certamente - continua Rizzardini - per la pesca sportiva esiste una zona gratuita che va dal ponte della Scafa, dove peraltro è vietato pescare anche per motivi di sicurezza, sino all'altezza del maneggio di Sa Illetta. Non ci sono cartelli, ma nessuno sarà mai così fiscale da contestare eventuali minimi sconfinamenti».
LA PROTESTA Da decenni l'assessore regionale di turno inonda di parole e promesse Santa Gilla, ma mai nessuno ha preso nella giusta considerazione una realtà che potrebbe offrire centinaia di posti di lavoro. «Abbiamo chiesto un incontro con l'assessore Prato per analizzare e risolvere i problemi della laguna, il più importante, appunto, è l'abusivismo. Ma sinora non si è degnato neanche di risponderci. Ci sono da sviluppare i metodi di pesca e creare una nuova fonte di reddito: l'ittiturismo. Con un ristorante i pescatori più anziani, malandati dagli acciacchi causati dall'umidità (in laguna l'acqua è più fredda rispetto al mare aperto anche di 10 gradi), avrebbero la possibilità di diversificare il lavoro». Rizzardini sembra determinato. «Non possiamo più aspettare, nei prossimi giorni prenderemo contatto con i pastori. Combatteremo assieme per farci sentire».
ANDREA ARTIZZU

24/11/2010