L'allarme di artigiani, armatori e commercianti: «Senza le nuove infrastrutture a rischio la nostra sopravvivenza»
Concessioni demaniali e piano regolatore, ecco le spine
Il 31 dicembre scadranno i diritti degli operatori che hanno attivitità su moli e banchine. In un lungo documento la richiesta di prorogare le concessioni e i tempi per il trasferimento.
Sul fronte del porto si gioca una partita non troppo diversa da quella da mesi in corso sul litorale, a proposito di baretti, ristoranti e aree attrezzate. In palio un migliaio di posti di lavoro, da salvaguardare seguendo le regole imposte dall'Ue a proposito di concessioni demaniali. Con una variabile in più: artigiani, armatori e commercianti devono fare anche i conti con il nuovo piano regolatore portuale, che cambierà regole e organizzazione su moli e banchine cagliaritane.
LA LETTERA A preoccupare una cinquantina dei concessionari, tra i 240 che attualmente operano nell'area portuale, è sia l'approssimarsi della scadenza dei diritti demaniali che l'entrata in vigore del Piano regolatore. Così, prima della riunione del Comitato portuale convocato dal presidente dell'Authority Paolo Fadda per domani, hanno messo nero su bianco le loro istanze. «La prevista dismissione delle aree già oggetto di concessione non è andata di pari passo con la realizzazione di nuovi spazi cantieristici, previsti dal Piano regolatore nel nuovo porto canale - fa rilevare Gianni Onorato, della Motomar, riprendendo uno dei passaggi contenuti nel documento - questi spazi, messi a bando, avrebbero potuto costituire un'alternativa per tutti noi concessionari delle attuali aree. Ci troveremmo nell'impossibilità di proseguire le nostre attività commerciali e artigianali e nell'impossibilità di partecipare alle future gare per l'affidamento in concessione delle zone da infrastrutturare. Con la conseguenza che i bandi non potrebbero essere espletati prima di qualche anno. Nel frattempo saremmo costretti a chiudere le aziende e a licenziare il nostro personale». Un danno che viene quantificato in circa mille buste-paga. «Crediamo che il Comitato portuale si occupi della questione e che istituisca un tavolo tecnico, nel quale ci si possa confrontare sull'argomento», conclude Onorato.
LE RICHIESTE Il documento è più articolato, nella sua complessità: «Poniamo anche l'accento sul fatto che le nostre concessioni scadranno il 31 dicembre e da più parti ci è stato detto che le nostre attività sono destinate a scomparire - dice ancora Onorato - per noi questo è inaccettabile. Non possiamo assistere inermi alla fine delle nostre imprese, delle nostre storie personali, delle nostre tradizioni familiari. Considerato che abbiamo strutturato le nostre imprese senza mai chiedere interventi pubblici, investendo sui terreni avuti in concessione - fa notare ancora - non possiamo che chiedere la concessione di una proroga del termine, al fine di far coincidere la dismissione delle attuali aree con la disponibilità di quelle nuove».
L'AUTHORITY La questione è comunque all'ordine del giorno: «I componenti del Comitato portuale nella riunione di giovedì esamineranno una mia nota, nella quale verranno aggiornati della situazione - dice il segretario generale dell'Authority Antonio Conti - credo che nessuno verrà costretto a lasciare le attuali aree prima che siano pronte le nuove. Ma è anche vero che, per quel che riguarda la proroga delle concessioni, non sarà facile ignorare le disposizioni europee in materia. Ma niente è ancora definito».
ANTHONY MURONI
24/11/2010