Lettera della direttrice regionale dei beni culturali sulla strada del canyon
CAGLIARI. Tuvixeddu, ma quanto ci costa la strada che attraversa il canyon? La domanda legittima diventa anche interessante se la pone il direttore regionale dei beni culturali, Maria Assunta Lorrai, magari in una lettera al Comune all’indirizzo dei tecnici che dal 2003 seguono l’accordo di programma. Perché al massimo responsabile della tutela serve sapere quanto costa la strada?
Al direttore regionale dei beni culturali interessa conoscere quanto costa la strada in un tratto particolare, quello che da Tuvixeddu arriva fino a Santa Gilla, e anche da quali fonti di finanziamento si intenda attingere i denari per costruirla. Un po’ di curiosità la suscita, in effetti, questa domanda formulata in una lettera spedita al Comune e giunta proprio in giorni nei quali molto si sta giocando sul destino del colle. Qualcuno ha notato che nella lettera, giusto per rendere i toni più accattivanti, si sarebbe potuto accennare anche soltanto un poco alle ragioni di una richiesta che ha senso in bocca a un assessore al bilancio, al presidente di un collegio di revisori dei conti, ma francamente desta qualche stupore se presentata e per iscritto dal rappresentante della tutela monumentale di qualunque genere di bene culturale sia presente nell’isola. Tuvixeddu è un grandissimo bene culturale, è patrimonio dell’intera umanità secondo la definizione dell’Unesco, forse anche sapere quanto si è disposti a spendere per scempiarlo con un’autostrada che lo trapassa da una parte all’altra è un legittimo interesse. Perché di scempio si tratta secondo i tutori del paesaggio e dei beni monumentali visto che l’8 luglio 2010 sulla cava, sia catino che canyon, è stato apposto un vincolo minerario capace di rimettere in discussione la nascita stessa della strada di collegamento tra est e ovest della città. In queste settimane i due partiti contendenti, quello della tutela e quello del mattone, hanno messo a segno varie mosse per sbloccare una partita inchiodata agli stop nei cantieri e alla girandola di ricorsi seguiti. La commissione regionale di vigilanza ha dichiarato riapribile il cantiere per la realizzazione del parco archeologico, pezzo pregiato dell’accordo di programma Comune-Regione-privati e bandiera utile per lavare i dubbi sul resto. Vale a dire se sia opportuno far crescere un insediamento residenziale attorno alla necropoli e se sia necessario stendere una strada nei resti della cava utilizzatza anche per costruire la diga sul Flumendosa. In forse lo sblocco del cantiere sulla strada (già costruita per un terzo della sua lunghezza e prossima a varcare la soglia di Tuvixeddu attraverso la fenditura del canyon): due interrogazioni del deputato PdL Mauro Pili aspettano risposta e chiedono che il ministro Bondi revochi il vincolo minerario. Di questo si parlerà davanti al Tar il 2 marzo 2011 con la formula del merito abbreviato: il ricorso contro il vincolo ne chiedeva la sospensione, il Tar ha preferito accelerare i tempi della discussione di merito. (a.s.)