Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Viaggiando tra le emozioni con Giovanni Allevi

Fonte: L'Unione Sarda
5 maggio 2008

Viaggiando tra le emozioni con Giovanni Allevi

Chino sulla tastiera dello Steinway grancoda come un moderno Bill Evans, Giovanni Allevi distilla il meglio di sé offrendo una musica che nel giro di poco tempo ha conquistato migliaia di ascoltatori, scalato le classifiche, contribuito alla riscoperta della formula del piano-solo. Tra le pieghe di un carattere mite e gentile, il pianista marchigiano mostra idee chiare nel disegnare la geografia di quella che lui stesso definisce «nuova musica classica contemporanea», sommando tradizione e modernità, rimandi classici, profumi pop, sapori jazz e perfino colori progressive. I suoi concerti, che ovunque registrano il tutto esaurito, richiamano un pubblico trasversale che in lui ammira prima di tutto la capacità di riunire e comprendere gli opposti, toccando contemporaneamente il cuore di chi ama le contaminazioni e quello di chi è più incline alla classicità. Un pubblico fedele e numeroso gremisce il Lirico di Cagliari dove il pianista ieri è approdato in occasione dell'ottava edizione del Festival di Sant'Efisio, che domani vivrà il momento più alto con Lorin Maazel e la Filarmonica della Scala. Capelli a cespuglio, aria distratta e look da ragazzo qualunque, jeans e felpa con cappuccio, introduce i brani spiegando come sono nati, cosa li ha ispirati, costruendo anche con le parole un ponte con i fan (frasi sempre uguali in ogni concerto, come sanno coloro che hanno seguito le due esibizioni al teatro Alfieri), per poi lasciare alla musica il compito di fare il resto. Una musica piacevole, leggibile, rassicurante e priva di rischi, che conquista per la sua semplicità e orecchiabilità. Allevi ascolta ogni nota del proprio strumento, la lascia respirare, l'accarezza con la sua poesia, dà spettacolo senza puntare sul virtuosismo (parola certamente più adatta ad altro genere di pianisti transitati negli anni su questo palco), badando alle emozioni, alle “inner voices”, le voci interne, a dare un significato al proprio suono. Ciò che invece ancora oggi (purtroppo) continua a mancare nel suo pianismo, è il gusto per la sorpresa, per l'azzardo, anche se piccolo: abbandonarsi all'estro del momento affrancandosi di tanto in tanto dalla pagina scritta, renderebbe senz'altro più seducente e accattivante la proposta del solista marchigiano. L'avvio del concerto regala una fotografia degli esordi. Pescando dagli album “13 Dita” e “Composizioni”, prodotti da Jovanotti, sfilano uno dopo l'altro “Japan”, la prima composizione in assoluto, scritta all'età di 17 anni, “Sogno di Bach”, “Il nuotatore” e “Scherzo N° 1”, contenuta nel disco “13 Dita” che non vendette niente, anche se poi di questo brano si innamorò una pianista giapponese e lo eseguì alla Carnegie Hall. «Questo per dire che quando uno fa le cose col cuore, prima o poi arriva qualcuno che si entusiasma e che ti apre delle porte», racconta l'occhialuto Allevi rivolgendosi a un pubblico adorante che con grande attenzione segue ogni parola e ogni tema. “Luna” e “Monolocale 7.30”, percorrono ancora una volta un passato poco conosciuto che subito dopo lascia il posto ai brani più famosi tratti dai fortunati album “No Concept” e “Joy”. Ecco quindi “Go with the flow” e “Notte ad Harlem”, “Qui danza“ e “Panic”, “Jazzmatic”, “Back to life“, “L'orologio degli Dei”, “Il bacio”, accolti da un entusiasmo senza confini. Dopo “New Renaissance” la serata sembrerebbe chiudersi lì, ma i soliti applausoni, le urla e le richieste di bis richiamano sul Giovanni Allevi che in sequenza esegue “Aria”, inedito contenuto nel disco live uscito in dicembre, “Come sei veramente”, la pagina più bella di tutta la serata: «Quando ho scritto questa canzone pensavo all'amore, ora invece ogni volta che mi viene in mente vedo una macchina che mi passa davanti», afferma divertito, riferendosi alla musica che ha fatto da colonna sonora allo spot girato da Spike Lee per la Bmw. Infine, “Prendimi”, accompagnata da una standing ovation, che qualche minuto dopo prosegue nei camerini per le foto e gli autografi di rito.
CARLO ARGIOLAS