Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Reversibilità, pensioni da fame

Fonte: L'Unione Sarda
23 novembre 2010

La proposta di legge del sindacato punta a elevare l'assegno per il coniuge superstite al 100 per cento
Spi Cgil: non si può vivere con 500 euro al mese
In Sardegna la pensione di reversibilità per il coniuge superstite è mediamente di 500 euro.
Sono oltre 3.500 le firme raccolte sinora dallo Spi (Sindacato pensionati italiani) Sardegna della Cgil, per la presentazione di una proposta di legge, sostenuta anche da un gruppo di parlamentari sardi, che porti al 100% l'aliquota della pensione di reversibilità, modificando la legge 335/1995. L'iniziativa è stata presentata ieri nella sede regionale della Cgil di Cagliari, per evidenziare una sofferenza diffusa tra i pensionati a causa di trattamenti non aggiornati al costo della vita. «Il problema riguarda le donne che, alla morte del coniuge, sfiorano la soglia della povertà», spiega Lina Cugini, segretario regionale dello Spi. «Le cifre sono di circa 500 euro al mese, ma le spese di affitto, della luce o della nettezza urbana rimangono invariate». Importante quindi la raccolta delle firme che, secondo la segretaria nazionale della Spi Cgil, Mara Nardini, segnano «un'iniziativa apripista da esportare in tutto il Paese».
LE CIFRE Dai dati del 2009, i pensionati Inps rappresentano il 21% della popolazione. Oristano ha l'importo medio mensile inferiore (580,40 euro) rispetto alla provincia di Carbonia-Iglesias che detiene il più elevato (858,92 euro). L'importo medio mensile più basso va alla provincia dell'Ogliastra con 425,04 euro, su una media totale di 503,56 euro.
L'INIZIATIVA La proposta di legge, che sarà depositata in Parlamento nelle prossime settimane, parte dalla considerazione che quando la pensione del coniuge deceduto è l'unico reddito della coppia, il passaggio al 60% del reddito disponibile crea un disagio ancora più sentito in momenti di crisi come l'attuale. Due le constatazioni più rilevanti: l'alto numero dei casi e il basso importo della pensione che risulta decurtato del 40% e il fatto che il legislatore, anche quando elevò l'aliquota di reversibilità al 70% in favore degli orfani di entrambi i genitori (introdotta con l'articolo 1, comma 41, della legge 335/1995), decise basandosi sulle spese per le tariffe e i servizi (nettezza urbana, luce e gas) che restano in carico al coniuge superstite. La richiesta, mossa dallo Spi-Cgil Sardegna e sostenuta a livello nazionale, propone che l'aliquota della pensione da liquidare al coniuge superstite sia elevata al 100% quando nell'anno di decorrenza il beneficiario non possegga redditi di alcuna natura, fatti salvi gli interessi di importo non superiore a 500 euro derivanti da deposito di risparmio.
LA POLITICA «Abbiamo accolto questa richiesta pensando particolarmente alle donne», dichiara il deputato Pd Amalia Schirru, unico parlamentare presente alla conferenza stampa di ieri. «Questi soggetti si ritrovano, dopo una vita spesa per il benessere della famiglia, a dover dipendere dalla bontà dei propri figli o a fare riferimento ai Comuni per richiedere un minimo di sostegno sociale». Riferisce poi dei lavori nella undicesima Commissione permanente alla Camera: «In Italia su 3.873 mila pensioni erogate a superstiti dall'Inps, 3.492 mila sono erogate a donne, soprattutto in conseguenza di una loro maggiore longevità. Ci siamo occupati del problema con un'interrogazione in Commissione. Anche l'Unione europea sta discutendo dell'anomalia del sistema pensionistico e ha invitato gli Stati membri a incrementare gli importi».
LE RISORSE Riguardo alla copertura finanziaria, si intendono proporre misure diversificate, quali il contrasto al lavoro sommerso, una revisione della modalità dell'apporto dei contribuenti con incremento di aliquota in proporzione al reddito e una previsione di altre forme di contribuzione volontaria.
REDDITO GARANTITO «Istituzione del reddito garantito per il sostegno contro la disoccupazione e la precarietà del lavoro». È la proposta di legge regionale d'iniziativa popolare presentata dall'Unione sindacale di base: nei prossimi giorni partiranno iniziative e incontri in tutta la Sardegna per raccogliere quindicimila firme. L'iniziativa prevede un importo del reddito garantito di 10 mila euro netti annui (non soggetti a tassazione) da scalare in presenza di altri redditi. Tra i requisiti per l'accesso anche la residenza in Sardegna da almeno due anni, l'iscrizione agli elenchi anagrafici, reddito netto annuo percepito non superiore ai 10 mila euro.
MANUELA VACCA

23/11/2010