Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'Anfiteatro balla con Max

Fonte: L'Unione Sarda
4 agosto 2008

Per due ore in piedi, tutti e cinquemila, a ballare, battere le mani, fare la ola con le braccia, levare accendini e telefonini contro il cielo, applaudire e cantare. Soprattutto cantare, dalla prima all'ultima parola, le canzoni scritte da questo ragazzo di quarantun anni, barbetta rada, camiciona a quadri, jeans e berretto calcato sulla fronte: Max Pezzali. Se qualcuno non ha idea di cosa ascoltino i ragazzi italiani, delle canzoni con cui crescono, delle parole con cui si raccontano i loro giorni, i loro amori, le loro amicizie, ieri avrebbe dovuto fare un salto all'Anfiteatro romano di Cagliari. L'avrebbe visto pieno come un uovo: una sorta di enorme karaoke affollato di ragazzi e ragazze (ma anche qualche adulto) capaci di riconoscere un brano fin dalle prime note. A quel punto, li avrebbe visti esplodere in un boato, balzare in piedi e ballare, battere le mani a ritmo, cantare a squarciagola.
Max canta e basta: parla poco, non balla, non aizza la folla, non salta da una parte all'altra del palco. Gli bastano strofe e ritornelli, per strappare due ore di standing ovation. Sul palco, ad accompagnarlo, una band di primissima scelta, con il meglio dei musicisti del pop italiano (alle chitarre, giusto per fare due nomi, Luca Colombo e Chicco Bussoni). Ci sono anche due coristi. Superflui, in fondo: ce ne sono altri cinquemila, all'Anfiteatro. Preparatissimi, tanto che quando il piano accenna la melodia di “Nessun rimpianto” e tutti cominciano a cantare, Pezzali si ferma ad ascoltare e si complimenta: «Bravissimi».
La scaletta è una sequenza di successi, del resto. Dai quelli di quest'anno, “Mezzo pieno o mezzo vuoto” e “Ritornerò”, sparati a inizio serata per rompere il ghiaccio, fino a quelli più stagionati. Ci sono le canzoni degli 883, scritte sui banchi del liceo, a Pavia, insieme a Mauro Repetto (che lascerà il duo dopo un paio d'anni) e lanciate da Claudio Cecchetto: “Hanno ucciso l'Uomo Ragno”, “Nord Sud Ovest Est”, “Sei un mito”, che arriva fra i bis, “Come mai”, “Tieni il tempo”, “La regola dell'amico”, “La dura legge del gol”, “Gli anni”, “Un giorno così”. Canzoni musicalmente semplici, orecchiabili, che raccontano storie di vite semplice, di «ragazzi da muretto» o da discoteca, e lo fanno con un linguaggio semplice, col punto di vista di chi non cerca di essere qualcuno che non è. Qua, in questa estetica del ragazzo cresciuto in provincia, sta la chiave del suo successo, il motivo per cui l'Anfiteatro, ieri notte, era una bolgia chiassosa di fan entusiasti. Sette anni fa, quando dichiarò chiusa l'era 883 e si mise definitivamente in proprio presentandosi come solista, uscì un sondaggio dell'Abacus che lo incoronava “personaggio più amato dai giovani italiani”. Amore ripagato con altre hit: “Quello che capita”, “Lo strano percorso” e, l'anno scorso, “Torno subito” e “Sei fantastica”, ieri dedicata «a tutte le donne, come farebbe un cantante da balera». Richiamato due volte in scena per i bis, chiude come aveva cominciato: con “Mezzo pieno o mezzo vuoto”. Cassa in quattro e via. E i cinquemila, di nuovo, tutti a cantare con lui.
MARCO NOCE
È stata una straordinaria serata di note: Max Pezzali a Cagliari e Zucchero ad Alghero. Doppio successo, con i fan in delirio. Nell'Anfiteatro romano del capoluogo più di due ore di concerto con cinquemila persone (soprattutto giovanissimi) in piedi dal primo all'ultimo brano, a ballare e cantare parola per parola i più grandi successi del cantautore di Pavia. Altri cinquemila spettatori al Maria Pia di Alghero, dove il bluesman non si è risparmiato in un concerto intenso senza effetti speciali.
ALLE PAGINE III E V

02/08/2008