Ieri, nella chiesa di Sant'Anna a Stampace, i funerali dell'ex presidente di Confcommercio
Il ricordo: «Un uomo di potere, amante del mare e cattolico»
Il segreto svelato nell'omelia: «Orfano a nove anni, è stato affidato alle cure dei gesuiti».
Il presidente del Cis, della Camera di commercio, della Confcommercio, della Fiera. Ma anche l'amante del mare, pronto, almeno sino a quando il fisico glielo ha consentito, a indossare maschera e pinne per immergersi nel mare di Santa Margherita. E anche il cattolico fervente, cresciuto con gli insegnamenti dei gesuiti. I tanti volti di Raffaele Garzia, ricordati dalle persone che ieri sono andate a tributargli l'ultimo saluto nella chiesa di Sant'Anna.
IL PRESIDENTE Persone comuni e personaggi importanti, volti anonimi e uomini di potere, tutti con il loro carico di ricordi. Quando il feretro arriva nella chiesa di Stampace, in tanti sono già lì. E ricordano, appunto, uno dei tanti volti di Garzia. «Quando fui eletto presidente della Federmoda», racconta Lino Bistrussu, il consigliere comunale che, martedì, ha voluto ricordarlo con un minuto di raccoglimento in Consiglio, «lui, da presidente della Confcommercio, mi fissò un appuntamento. Vieni , mi disse, alle 6,30 in ufficio, dopo che ho acquistato i giornali e sono andato in chiesa . Quando, scherzosamente, gli dissi che non ero il presidente del panettieri, spostò l'ora dell'incontro».
IL CIS Alla spicciolata arrivano le tante persone che lo hanno conosciuto in vita. Percorrono la scalinata l'ex presidente della Camera di commercio Sandro Usai, gli assessori comunali Gianni Campus e Paolo Carta, l'imprenditore ed esperto d'arte Ennio Dalmasso, Massimo Fantola. E arriva anche l'ex sindaco Michele Di Martino. «È stato», ricorda, «per molti anni il mio presidente al Cis. Che cosa ricordo, in particolare, di lui? L'amore che aveva per la Sardegna e il fatto che lavorasse esclusivamente per il bene dell'Isola». Un aneddoto per confermare. «Incontrammo un grosso industriale che non aveva a cuore il bene dell'Isola. Durante la discussione, l'imprenditore disse: “A queste condizioni, me ne vado”. E Garzia non fece nulla per trattenerlo perché considerava l'eventuale impegno di questa persona poco vantaggioso per l'Isola».
IL RELIGIOSO Il Garzia pubblico. A raccontare il Garzia privato è, invece, padre Enrico Deidda, il gesuita che celebra la messa nella parrocchia di don Luciano Pani. «Rimasto orfano a nove anni», rievoca, «è stato affidato dal padre ai gesuiti. Insegnamenti che hanno guidato anche la sua opera pubblica. Ed è rimasto legato alla congregazione mariana sino all'ultimo». Una pagina intima nella vita di Garzia. Che, però, viene ricordato per quello che ha fatto pubblicamente. «Difficile», dice, alla fine della funzione, il presidente della Camera di commercio Giancarlo Deidda, «parlare in questo momento. Mi piace solo ricordare che ho vissuto un passaggio di consegne con una persona dall'intelligenza inestimabile».
LE VACANZE Un uomo impegnatissimo. Che, però, non rinunciava mai al suo amore per il mare. «Me lo ricordo», afferma il sindaco Emilio Floris, «soprattutto a Santa Margherita. Con lui abbiamo fatto lunghissime chiacchierate sulle vicende politiche, economiche e sociali. Talvolta i nostri punti di vista non coincidevano. Ma era sempre bello parlare con lui». Anche se non era sempre possibile. «Perché lui aveva una grande passione per il mare. Per un periodo ha avuto anche una bella barca a vela. E, sino a quando il fisico glielo ha consentito, si è buttato in mare con maschera e pinne». Un ricordo commosso. Ma la vita continua. E, alla fine delle scale, Floris incontra Massimo Fantola. «Un passaggio di consegne della poltrona di sindaco», suggerisce qualche “maligno”. Una battuta che serve a stemperare il dolore per la perdita di una persona che ha lasciato la sua impronta sulla città.
MARCELLO COCCO
19/11/2010