Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Riformatori, quel sottile malcontento

Fonte: L'Unione Sarda
18 novembre 2010

Cossa: «Nel Pdl parlano in troppi, Fantola è l'uomo per Cagliari»

Il coordinatore regionale dei Riformatori è critico sui rapporti nel centrodestra, chiede chiarezza agli alleati in vista delle elezioni di Cagliari e conferma la tenuta dell'alleanza con Udc e sardisti.
I Riformatori non hanno dubbi. Meglio in prima linea. Restano di traverso, o quasi, rispetto alle scelte della Giunta e ribadiscono - chiaramente - che Fantola è l'uomo giusto per il dopo Floris, a Cagliari. Michele Cossa, coordinatore regionale, ex deputato, ex sindaco di Sestu, alla seconda legislatura da consigliere, preme per le primarie sempre e comunque, nel centrodestra.
Cossa, siete soddisfatti del cambio di marcia della Giunta?
«Speravamo in un rilancio a tutto campo della coalizione, non in un semplice aggiustamento di ruoli come, in effetti, è avvenuto. Ci sono problemi ancora aperti, ma non risolti. Tuttavia, apprezziamo molto il governatore Cappellacci quando si contrappone al governo nazionale sulle questioni sarde. In questa strada, lo seguiremo sempre e comunque».
I Riformatori e il Pdl: come sono i rapporti, oggi, col maggior partito sardo?
«Abbiamo una grande sintonia con i sardisti e l'Udc, mentre con il Pdl è più difficile perché c'è una pluralità di interlocutori».
Vista da fuori, la lotta fra Berlusconi e Fini come appare?
«La situazione nazionale è preoccupante. Non vorremmo che alla fine di questo passaggio venga messa a repentaglio la conquista del bipolarismo, e quindi del presidenzialismo. Per il resto, mi pare che da questo nuovo soggetto politico, Futuro e libertà, stiano arrivando intuizioni interessanti».
In Sardegna, Futuro e libertà ha caratteristiche per poter diventare un partito?
«È ancora presto, ma lo ritengo difficile»
Ha letto cosa afferma il senatore Massidda? Le armi per la contesa di Cagliari sono già affilate...
«Agli alleati chiediamo chiarezza sulle primarie: la data e il rispetto dei tempi per consentire poi una vera campagna elettorale, quindi entro dicembre. E poi l'apertura a chiunque: ci sono soggetti slegati dai partiti che hanno voglia di correre e che devono essere messi in condizione di partecipare. Le primarie, una volta adottate come sistema, dovranno essere lo strumento delle scelte. Soprattutto ora, con questo sistema verticistico dei partiti».
Il centrodestra proporrà un bel lotto di candidati. Ma è possibile che non si possa arrivare a una soluzione condivisa?
«La presenza di molti candidati è un valore. L'interessante è che le primarie non siano una corsa a eliminare il rivale, ma un processo leale, con il quadro che si ricompone attorno al vincitore. Questo è possibile solo se c'è condivisione di valori e programmi».
Il leader dei Riformatori, Massimo Fantola, scenderà in campo comunque?
«Non c'è dubbio, è il miglior candidato sindaco possibile».
Il Consiglio regionale, di cui lei è vicepresidente, è davvero in sintonia con la gente che vi ha votato?
«No, in questo momento c'è una frattura profonda fra la politica e la gente. C'è una distanza siderale, mai vista prima. Ecco perché insistiamo perché la Costituente riscriva lo Statuto. E la partecipazione a un processo costituente porta il popolo a sentire più vicine le istituzioni».
L'alleanza con i sardisti e l'Udc, franata sotto il rimpasto, è operativa?
«Piena sintonia. Ci sono valutazioni comuni su molti aspetti».
ENRICO PILIA

18/11/2010