Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tra rischio e pericolo

Fonte: La Nuova Sardegna
11 novembre 2010



Il piano di assetto idrogeologico impone lo stop delle lottizzazioni in attesa dei lavori



LA NORMA Fangario sotto osservazione

CAGLIARI. I tecnici del Comune lavorano agli stralci del piano di assetto idrogeologico sono costretti a giocare con le parole, ma loro per primi sanno che il confine tra il pericolo (quando un’area per fattori oggettivi presenta livelli di attenzione idrogeologica oltre la norma) e il rischio (quando ignorando i normali livelli di attenzione, si antropizza proprio quell’area) è labile. Ecco, Pirri, per come è conformata e per come si è sviluppata nel corso dei decenni è tutta un’area idrogeologicamente pericolosa, ma è diventata a rischio perché non da oggi si è costruito anche dove non si doveva. Si può invertire la tendenza? Basta non costruire, ma ciò che è consigliabile dal buon senso, diventa obbligatorio nel caso del piano di assetto idrogeologico che impone limiti nelle aree a rischio. Se il Comune prendesse il toro per le corna, dovrebbe dichiarare tutta Pirri area a rischio, e in attesa degli interventi strutturali, blocare qualsiasi ulteriore realizzazione urbanistica. Pretendere che lo faccia è troppo, soprattutto alla vigilia di una, o forse più d’una campagna elettorale, dai toni sicuramente accesi. E così nello studio per la perimetrazione delle aree inondabili, le zone a più alto rischio sono quelle di Fangario, sicuramente pericolose, non certo antropizzate. Pirri invece è ben antropizzata, dove però il sistema fognario è stato pensato e realizzato solo per le acque interne, non certo per le acque di superfice. Rimettere in regola il sistema idraulico di Pirri costerebbe non meno di 50 milioni di euro, somma indisponibile comunque. E allora fare i piccoli lavori a Pirri, caditoie e dintorni non è una scelta ma quasi un obbligo, visto lo stato delle casse comunali.(g.cen.)