Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Referendum per decidere la sorte del Sant’Elia

Fonte: La Nuova Sardegna
1 agosto 2008

VENERDÌ, 01 AGOSTO 2008

Pagina 1 - Cagliari

Lo chiedono in un’interrogazione sette consiglieri «Si promuova il coinvolgimento dei cittadini»

«Gigi Riva ha ragione: quello è un patrimonio di tutta l’isola Ci vuole una commissione terza»

CAGLIARI. Il Sant’Elia è un patrimonio dei sardi, la città «proprietaria» non ne può disporre a piacimento, soprattutto quando in gioco c’è addirittura la demolizione dell’unica struttura olimpica dell’isola. Gigi Riva con la sua autorevolezza sportiva ieri ha invitato al ripensamento, oggi un gruppo di consiglieri comunali propone un referendum tra i cittadini.
Con un’interrogazione urgente sette consiglieri comunali chiedono che si dia retta a Rombo di Tuono e che si promuova «il coinvolgimento dei cittadini perché gli stessi siano messi in condizione di decidere sul futuro di un patrimonio così importante per la città». Poi chiedono che venga accolta la proposta «di Gigi Riva di istituire una commissione terza, imparziale, che esamini i singoli aspetti prima di assumere qualunque decisione formale». L’originalità della polemica sta in questo: non è una scelta pro o contro il presidente del Cagliari Calcio (che è libero di fare le sue proposte, ovviamente), quanto una difesa dello stadio della Sardegna, della sua utilità per la crescita dell’isola e dei valori che esso rappresenta. Il Sant’Elia non è uno stadio per il calcio e basta: è una struttura che può accogliere manifestazioni di grande livello sportivo e sociale e di grande pubblico. Perché levarselo di mezzo? L’esempio del Papa calza a pennello: arriva il Pontefice, lo stadio è nato per accogliere folle in sicurezza, quale luogo migliore per il bagno di folla che il 7 settembre Benedetto XVI farà? Dunque nell’interrogazione urgente i consiglieri comunali di centro sinistra riepilogano la vicenda: il Sant’Elia deve essere raso al suolo perché 19 consiglieri così hanno deciso assieme all’attribuzione gratuita della concessione al Cagliari Calcio dell’area per la costruzione del nuovo stadio. Diciannove sardi hanno votato in questo modo: ma tutti gli altri abitanti della città e magari della Sardegna cosa avrebbero fatto se qualcuno avesse dato loro voce? La commissione terza di Gigi Riva e il referendum dei 7 consiglieri sono suggerimenti perché questo possa essere fatto in modo approfondito e con piena soddisfazione di tutti. «Particolarmente condivise dai cagliaritani - è scritto nell’interrogazione urgente - sono le affermazioni secondo cui il Sant’Elia è un patrimonio che appartiene alla Sardegna tutta... appartiene a ognuno di noi e non è possibile che la giunta comunale accetti di rimuoverlo in questo modo». Un punto sul quale sia i consiglieri comunali sia il campione battono molto è la pretesa fatiscenza dello stadio: com’è che si è ridotto eventualmente così se è stato anche ristrutturato nel 1990 per i campionati mondiali di calcio con soldi pubblici? Il Comune lo ha lasciato degradare e adesso è come se la proposta del Cagliari Calcio cadesse giusta giusta per coprire quel che non è stato fatto a tutela del monumento dello sport sardo. Classificare il Sant’Elia come lo stadio di tutti i sardi non è sentimentalismo sportivo: secondo i sostenitori del vecchio impianto è aver chiara la storia e le ragioni della sua costruzione. Oltre che le necessità del mondo sportivo isolano, destinato a restare senza strutture per manifestazioni internazionali, con buona pace dei sogni di turismo sportivo agitati anche dalla maggioranza che ora vuole abbattere il Sant’Elia.