Dedicato al mare e alle biodiversità il Festival della scienza che si apre oggi
Sino al 12 ottobre Oggi l’apertura: un incontro con Carlo Blasi sul rapporto tra equilibri biologici e sviluppo sostenibile
ROBERTO PARACCHINI
«Ogni volta che mi accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi volontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri, [...] allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto», afferma Ismaele in «Moby Dick» di Herman Melville.
Il mare come luogo in cui ritrovarsi, come fuga e viaggio, esplorazione e avventura, riflessione e conoscenza. In questa dimensione si apre oggi a Cagliari la terza edizione del Festival-scienza, titolata «Un mare da conoscere».
La manifestazione si terrà sino al 12 nell’ExMa e per una settimana vedrà un arcobaleno di dibattiti, conferenze e tavole rotonde, ma anche di giochi, laboratori, mostre, spettacoli teatrali e letture-animazioni. Un happening delle scienze promosso dalla società Scienza-società-scienza, presieduta da Carla Romagnino, che ruota quest’anno attorno alla parola «mare».
Da questo prezioso liquido è nata la vita, nel mare si è formata la storia moderna (e non soltanto) e sugli oceani si gioca (coi trasporti e le risorse) gran parte dell’economia mondiale. Ed è sempre il mare che condiziona la vita del pianeta raccontandoci che la sua salute è determinante per l’equilibrio del clima e, quindi, per la nostra sopravvivenza. Per la Sardegna poi è ancora il mare che la trasforma da «isola-isolata» a «isola-centro» del Mediterraneo, stimolando nuove letture della sua storia e aprendo inedite prospettive di ricerca.
«Biodiversità» è quasi sinonimo di «mare» ed è da questo binomio che comincia il viaggio-avventura del Festival. Visto che oggi l’estinzione delle varie specie è cento volte superiore a quella di qualsiasi altra epoca storica, le nazioni unite hanno dichiarato il 2010 l’anno della diversità della vita sulla terra. Carlo Blasi (direttore del centro interuniversitario «Biodiversità, fitosociologia ed ecologia del paesaggio» della Sapienza di Roma, nonché componente della commissione specifica dell’Unesco) terrà oggi alle 11 la relazione inaugurale incentrata su «Diversità biologica e sviluppo sostenibile»: uno scenario da vedersi come «grande opportunità di sviluppo e motore di politiche economiche e sociali».
L’esplorazione dell’argomento continuerà nel pomeriggio alle 17 con Augusto Navone dell’area marina protetta di Tavolara e sabato con l’ornitologo Helmar Shenke sul ruolo centrale delle zone umide costiere nella valorizzazione dell’avifauna. In parallelo inizieranno i giochi-laboratori condotti sul filo della parola d’ordine «Vietato non toccare», dedicati soprattutto alle scuole.
Tra gli obiettivi dei promotori del Festival-scienza c’è anche quello di mostrare che le ricerche scientifiche sono, sì, frutto del rigore ma anche della fantasia e dell’immaginazione: gioco e meraviglia, curiosità e coinvolgimento. Non è un caso che negli ultimi anni siano aumentati nell’ateneo cagliaritano gli iscritti nelle facoltà di fisica, biologia e matematica. Un incremento dovuto al lavoro dei vari corsi di laurea verso gli istituti superiori (con conferenze e incontri), certamente, ma anche a manifestazioni come quella che inizierà oggi che, implicitamente, sottolinea l’esigenza di un Centro della scienza stabile anche in Sardegna. Negli Usa questo genere di strutture, che attirano ogni anno 115 milioni di visitatori, sono spuntate come funghi, contagiando anche le grandi capitali Europee, con architetture d’avanguardia e contenuti sempre più spettacolari, che puntano sulla spiegazione dei fenomeni naturali, col coinvolgimento del pubblico: a Glasgow, ad esempio, lo Science Center è diventato in pochi anni una delle mete turistiche della città e in Cina di questi centri hanno deciso di realizzarne subito trenta. In Italia quello più moderno e interattivo sta sorgendo a Trento, il Muse, disegnato dallo studio di Renzo Piano.
La manifestazione è dedicata soprattutto agli studenti, che ne sono anche attori (nei laboratori e nell’organizzazione), ma si presenta pure come una festa per tutti, purché dotati di un pizzico di curiosità. Tra le tante iniziative domenica nella spiaggia del Poetto ci sarà uno spettacolo sul volo degli aquiloni. Due giorni dopo il fisico Guido Pegna spiegherà i vari meccanismi che permettono a questi oggetti di svettare nel cielo. Poi ci saranno fisici-clown, matematici che sveleranno i segreti e le armonie (c’è anche la «sezione aurea»...) di affascinanti conchiglie marine, si udranno discorsi sulle maree, i neutrini, le nuove prospettive del web, le curiosità dell’olfatto e del tatto, i giochi di prestigio e le nanotecnologie, più tanto altro.
Complessivamente oltre cinquanta eventi in una settimana per godere della magia delle scienze anche da semplice spettatore che, così come non deve certo conoscere il montaggio parallelo o i diversi piani di ripresa per godere di un film di Woddy Hallen, così non deve sapere di meccanica delle matrici o di numeri transfiniti per deliziarsi dell’arcobaleno di stimoli che il Festival-scienza propone.