Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La Regione non paga, i Comuni fanno crac

Fonte: La Nuova Sardegna
2 novembre 2010

DOMENICA, 31 OTTOBRE 2010

Pagina 10 - Sardegna


L’Anci: «Rischio di pesanti sanzioni se non si modifica subito il Patto di stabilità»



Arbus sfora i bilanci di 700 mila euro: quanto deve incassare

ALFREDO FRANCHINI
CAGLIARI. Può un Comune che vanta un credito dalla Regione di 710 mila euro sforare il Patto di stabilità per una cifra di 700 mila euro e rischiare di essere messo in mora? La risposta è sì: accade al Comune di Arbus e di storie analoghe se ne potrebbero raccontare tante. A renderle note, ieri, ci ha provato l’Anci, l’associazione dei Comuni guidata da Tore Cherchi. Il Patto di stabilità è l’ostacolo di cui devono tenere conto sia la Regione che i Comuni; ma se la prima non paga le conseguenze sono per gli enti locali. La spesa è bloccata e i Comuni a fine anno devono stilare i bilanci. Ma sono sull’orlo del crac. I Comuni e i cittadini rischiano di trovarsi a pagare, non per colpa propria, un prezzo troppo alto, è la tesi dell’Anci.
«La Regione paghi i debiti che ha con i Comuni e riveda il patto di stabilità interno», afferma il presidente Tore Cherchi. Se i Comuni hanno subìto la situazione, la Regione, a giudizio dell’Anci, ha sbagliato quando non ha effettuato il trasferimento del fondo unico alle amministrazioni. «Da una ricognizione tra i Comuni sopra i 5.000 abitanti», ha spiegato Tore Cherchi, «risultano sfondamenti del patto da parte di amministrazioni che vantano forti crediti nei confronti della Sardegna per lavori appaltati e rendicontati. Il decreto dello scorso luglio sui vincoli del patto ha inasprito le sanzioni, per cui, ad esempio, se lo sforamento è di un milione di euro i mancati trasferimenti saranno per la stessa cifra. La situazione sta strangolando le amministrazioni locali». Dalla tabella preparata dall’Anci sulla base dei dati forniti dai comuni, emergono i casi come quello del Comune di Arbus. E ancora, per non restare nel vago, di Domusnovas che ha un credito di oltre 900 mila euro e uno sfondamento di quasi 450 mila euro; il Comune di Oliena attende dalla Regione un milione e sfonda il Patto per 730 mila euro. Una situazione paradossale: tra i comuni presi a campione l’Anci ha calcolato cinquanta milioni di crediti per investimenti, non autorizzazioni. «Le amministrazioni hanno pagato le imprese affinché venissero pagati i lavoratori e ora rischiano pesanti sanzioni. Abbiamo lanciato da tempo l’allarme sul Patto, ora però la Regione non può continuare a non pagare per rispettare il suo Patto con lo Stato». Per l’Anci una soluzione potrebbe essere quella adottata da Piemonte, Toscana e Lombardia, «tre Regioni guidate da amministrazioni di diverso colore politico», fa presente Cherchi. È stato fatto un patto di stabilità regionalizzato, con un conto unico tra Enti locali e Regione: quindi rispondono a livello globale con lo Stato con un sistema di compensazione interno e a costo zero». Come funziona? Nel computo totale risponde la Regione ma, ad esempio, lo sfondamento del Comune di Oliena potrebbe essere compensato dal Comune di Carloforte, che è scoperto per 103 mila euro a fronte di un credito di oltre 400 mila euro». Sarebbe un modo per non penalizzare i più virtuosi dato che i pagamenti sono stati effettuati per non danneggiare imprese e lavoratori. Altro modello è quello della Lombardia, «che ha messo a disposizione 100 milioni della sua quota nei confronti del governo centrale, dando respiro ai Comuni». Anche per i piccoli centri, sotto i cinquemila abitanti, pur non soggetti ai vincoli del patto, l’Anci chiede un intervento della Regione. «La Regione potrebbe sostenere gli investimenti e gli interventi», afferma il vicepresidente dell’Anci Umberto Oppus, «con 10 milioni di euro, aiutandoli a far fronte agli interessi passivi».

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