Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Asili, un bimbo su 10 non trova posto

Fonte: L'Unione Sarda
1 agosto 2008

Infanzia. Indagine di Cittadinanzattiva: a Cagliari l'incremento più alto delle rette. L'assessore: erano bloccate da 16 anni
Difficoltà per i più piccoli: «Ma ora ci sono i micronidi»
Cittadinanzattiva propone incentivi per la costruzione di 2000 nuovi asili in Italia. Mediamente una famiglia italiana spende 300 euro

Non si paga quanto in Alto Adige (406 euro al mese) e nemmeno quanto in Calabria (118). Si tratta di capire se la retta media per gli asili nido del Comune è di 220 euro al mese, come sostiene in un'indagine nazionale Cittadinanzattiva, o 137, come certificano all'assessorato alle Politiche sociali.
Di sicuro l'incremento del costo mensile registrato a Cagliari è il più alto in Sardegna: + 6,3% tra gli anni scolastici 2006/2007 e 2007/2008. Significa che la retta media è aumentata di 13 euro. Un incremento che non trova riscontri in altre province, che non hanno ritoccato le rette o, nel caso di Nuoro, le hanno abbassate del 2,1%.
LE ATTESE In realtà il problema per chi ha figli sino a tre anni è un altro: le liste d'attesa. Secondo l'associazione che si occupa della tutela dei diritti dei cittadini, a Cagliari nel 2006 quasi quattro bambini su dieci non riuscivano a trovare posto in uno dei 17 asili cittadini (6 pubblici, gli altri convenzionati), considerato che a fronte di 625 domande i posti a disposizione erano 399. Un dato che giustifica la richiesta di Cittadinanzattiva di costruire «2000 nuovi asili in Italia entro il 2010 per raddoppiare la copertura della domanda».
DIFFICOLTÀ PER LATTANTI Ma secondo il Comune oggi la situazione è cambiata. Continua ad esistere «qualche criticità» ma solo per i lattanti mentre per i divezzi, cioè i bambini da un anno e mezzo a tre anni, «riusciamo a soddisfare tutte le domande», sostiene l'assessore alle Politiche sociali Anselmo Piras.
LE RETTE Le quote mensili, informa il Comune, variano da 26 a 380 euro a seconda del reddito e del nucleo familiare e la media si attesta su 137. Nessuno, secondo l'assessorato, paga la quota massima mentre alcuni, se segnalati dai Servizi sociali, possono non pagare. Il caro rette per Piras è «un falso problema»: «Le tariffe erano bloccate da 16 anni. Eppoi la maggior parte degli utenti paga le tariffe più basse».
Ogni bambino costa al Comune 688 euro al mese con i quali viene pagato il personale (un addetto ogni quattro bambini per i lattanti, uno ogni otto per i divezzi) e «tutto ciò che occorre al bambino: dal pannolino al grembiule, dai giochi al materiale didattico», spiega.
Ma non sempre è così, evidentemente: «Nell'asilo comunale di via Dessì Deliperi», riferisce Carlo Dettori, «porto periodicamente una confezione d'acqua, scottex, pennarelli e una risma di carta mentre per un altro figlio che frequenta un asilo privato, ma convenzionato, ogni venti giorni devo fornire bavaglini usa e getta, scottex, panni e crema».
MICRONIDI E PRIMAVERA Nell'anno scolastico 2007/2008 il Comune ha ricevuto 487 domande, 263 delle quali per bambini tra zero e 18 mesi e 130 da 18 a 36. Una graduatoria separata è stata realizzata per le sette «sezioni primavera» ospitate nelle scuole materne e riservate a bimbi da due a tre anni. E qui esistono criticità perché, ammette Piras, «riusciamo a soddisfare la metà delle domande».
Rimane il problema dei più piccoli, risolto in parte con i “micronidi a domicilio” ospitati in appartamenti privati dove operano educatori specializzati. «Le difficoltà esistono soprattutto all'inizio dell'anno, quando i genitori portano i loro bambini. Ma col passare dei mesi molti se li riprendono, dunque c'è un ricambio frequente». (f. ma.)

01/08/2008