Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ricci, mai più “mangiate” per strada

Fonte: L'Unione Sarda
2 novembre 2010

Sarà a Su Siccu l'unico chiosco autorizzato al commercio all'aperto. Controlli più rigidi da parte di Comune e Asl
Da oggi via alla pesca, regole più severe per la vendita
Inizia oggi la pesca dei ricci, che durerà fino al 2 maggio del 2011. Ma la vendita potrebbe essere un business per gli abusivi.
Solo una. «Nei nostri uffici è stata depositata solo una richiesta di autorizzazione per la vendita di ricci», informa assessore alle Attività produttive Paolo Carta. Eppure la stagione di pesca del Paracentrotus lividus , di cui pochi sanno il nome vero ma quasi tutti conoscono il gusto delle uova arancioni, inizierà domani.
L'unico pescatore che ha fatto domanda in Comune per vendere i ricci (chiusi) in un gazebo a Su Siccu deve ancora ottenere il via libera, ma dovrebbe essere una questione di giorni. E se si considera che i chioschetti del Poetto sono chiusi da tempo dopo le inchieste giudiziarie, è probabile che nelle prossime settimane la vendita dei frutti di mare - ristoranti a parte - sarà un business per gli eventuali abusivi. Marina Campolmi, del Servizio pesca dell'assessorato regionale all'Agricoltura, spiega infatti che «l'abusivismo è un fenomeno su cui vigilare». La normativa regionale si è limitata a richiamare «il “pacchetto igiene” che prevede che ricci siano associati ai molluschi bivalvi, cioè le cozze, quindi conferiti ai centri di spedizione e controllati dalle Asl. L'ultimo passaggio prevede poi la commercializzazione, rispettando le norme igieniche».
Insomma, è altamente probabile che l'abitudine dei cagliaritani a fermarsi per strada, mangiare qualche riccio e bere un bicchiere di vino bianco ghiacciato debba essere dimenticata.
LE REGOLE Ottenere l'autorizzazione dal Municipio non è semplicissimo, ma nemmeno impossibile: per avere il permesso bisogna essere regolarmente iscritti alla Camera di commercio, pagare le tasse e vendere i ricci controllati, come le cozze, negli stabulari. Poi il cammino è diverso, a seconda che si vogliano vendere chiusi o aperti e puliti. Nel primo caso, basta una richiesta di concessione per l'occupazione del suolo pubblico e il rispetto delle prescrizioni della Asl, in questo caso minime. Le regole dell'azienda sanitaria locale sono più serie quando si vuole offrire ai clienti la polpa già pronta. La pulizia deve avvenire per forza in un «luogo chiuso», dunque non in strada, poi i “ricciai” devono avere a disposizione l'acqua corrente e anche un bagno.
AL MERCATO Una condizione che difficilmente può essere garantita da un ambulante, ed ecco spiegato perché l'assessore Carta punta a ospitare i pescatori nei box del mercato di San Benedetto: «Ci sono alcuni spazi liberi che potrebbero essere assegnati temporaneamente, e magari con una rotazione prestabilita, ai ricciai». L'esponente della giunta Floris addirittura invita i pescatori: «Chi vuole vendere ricci si metta in regola: aiuteremo tutti, sia utilizzando gli spazi del mercato, sia con la concessione di aree all'aperto».
LA STAGIONE DI PESCA La novità di quest'anno è che si potranno pescare i ricci per un mese in più: il decreto firmato martedì scorso dall'assessore all'Agricoltura Andrea Prato autorizza la raccolta fino a maggio, mentre in passato si è chiusa sempre ad aprile.
Per la stagione 2010/2011, «la pesca del riccio di mare è consentita nel mare della Sardegna dal 1 novembre al 2 maggio». La vendita però sarà prolungata di qualche giorno, perché lo stesso documento, all'articolo 2, specifica: la commercializzazione dei ricci di mare e dei «relativi prodotti derivati» è consentita fino al 4 maggio.
MICHELE RUFFI

31/10/2010

poetto
I gestori dei baretti: «Lasciamo ad altri questo business»

A pensarci bene avrebbero tutte le carte in regola: un locale attrezzato, l'acqua corrente, i bagni. E il mare di fronte. Eppure i chioschetti del Poetto non vendono (per ora) i ricci. Pulire e offrire ai propri clienti il Paracentrotus lividus non è un affare che interessa ai gestori dei bar: «Al massimo, se ne riparlerà quando otterremo le autorizzazioni per realizzare le nuove strutture», dice Sergio Maxia, presidente del consorzio Poetto Service. «I chioschi del futuro saranno di 60 metri quadri, e avremo un laboratorio di 20. Con spazi del genere è possibile che molti di noi prendano in considerazione un'opportunità di questo tipo. Diciamo che ora il clima è difficile, tutti gli sforzi sono concentrati per ottenere il via libera all'operazione di demolizione e ricostruzione dei bar».
Nel frattempo, il business dei ricci potrebbe essere una buona risorsa, visto che al momento solo un pescatore ha chiesto l'autorizzazione per poterli vendere. «Ma il nostro obiettivo è un altro. Non vogliamo sottrarre il lavoro ai ricciai, quello è il loro mercato. Anche se sono stati costretti a chiudere, spero riescano in fretta a riaprire». ( m.r. )

31/10/2010