GIOVEDÌ, 31 LUGLIO 2008
Pagina 1 - Cagliari
Dissidi e polemiche nel centrosinistra sulla realizzazione del nuovo stadio Raimondo Perra: «Premiati i tifosi». Ninni Depau: «Tutta la storia è indecente»
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Il gioco del calcio non ha confini e divide sia la maggioranza che l’opposizione. L’altro ieri, infatti, l’ordine del giorno della maggioranza che «impegna il sindaco e la Giunta (...) a stipulare una convenzione con la società Cagliari calcio per la costruzione di un nuovo stadio» è passato per l’astensione di due consiglieri del centrosinistra, Francesco Ballero e Raimondo Perra (entambi dello Sdi). Il risultato finale ha visto 19 sì e 3 astenuti, tra questi anche Lino Bistrussu (Riformatori). Mentre il resto del centrosinistra non ha partecipato al voto con la chiara intenzione di far mancare il numero legale (che sarebbe stato di 21 presenze).
Una decisione, quella di Ballero e Perra, che non è affatto piaciuta agli altri consiglieri dell’opposizione. «Quello che lascia sconcertato di tutta questa storia - spiega Ninni Depau, capo gruppo del Pd - è anche la procedura. In pratica noi abbiamo discusso di una lettera di Massimo Cellino, definita dal sindaco Emilio Floris “privata”... Sì, all’ordine del giorno c’era la questione-stadio, ma poi la missiva è stata consegnata ai consiglieri e ci sono stati cinque minuti per permetterne la lettura. Solo che c’era già pronta la delibera di maggioranza che rispondeva positivamente alla lettera sulla costruzione del nuovo stadio. E tutto è stato fatto nel giro di una settimana. Mi sembra un’assurdità». L’altro ieri il consigliere di maggioranza Bistrussu ha ricordato che nel caso delle ipotesi sullo stadio Amsicora, i richiedenti (Raggio e la società sportiva) han dovuto ricorrere al Tar per avere una risposta. «In questo caso: tutto subito e gratis».
Potenza del gioco del calcio, si potrebbe dire e degli interessi che questo smuove, si potrebbe aggiungere. «Io e Ballero - precisa Perra - siamo favorevoli al nuovo stadio. Credo che il pubblico abbia necessità di vedere la partita in un impianto nuovo e moderno... Certo, poi, tutto deve essere concordato e non sulla base dei contenuti della lettera del Cagliari calcio, bensì degli interessi del Comune. Ma, indipendentemente da chi realizzerà il nuovo stadio, è importante che la gente che va a vedere la partita, la possa fruire nel modo migliore».
L’architettura scelta per la realizzazione della nuova struttura (che presuppone la rimozione dell’attuale), spiega Massimiliano Tavolacci (Udc, presidente della commissione consiliare all’urbanistica), «è quella della cessione del diritto di superficie. Pratica che permette anche un affidamento diretto dell’area, come da un pronunciamento del Consiglio di Stato del 1994. Poi tutti gli aspetti andranno verificati nell’interesse pubblico. Nell’ordine del giorno si parla, infatti, di “predisporre un quadro economico che garantisca l’utilità dell’amministrazione”. E si autorizza “la sola costruzione» dell’impianto sportivo».
In consiglio comunale ogni volta che si è parlato del gioco del calcio, si è «come fermato il mondo». Secondo Radhaouan Ben Amara (Comunisti italiani) la questione rispunta sempre in vicinanza di qualche elezione». Il gioco del calcio, insomma, come un qualcosa che rende tutti «con la sveglia al collo» come disse a suo tempo il rettore Pasquale Mistretta, o che altro? «Personalmente sono sempre rimasta affascinata - afferma Anna Oppo, già direttrice dell’istituto di sociologia della facoltà di Lettere - da come il gioco del calcio rappresenti il l’inguaggio in grado di unire persone delle più svariate origini, culturali e sociali. In un Paese in cui regna l’incultura e l’analfabetismo di ritorno, il calcio rappresenta l’unico linguaggio, per lo più maschile, socializzato. Ed è la riduzione all’essenziale della cultura nazionale con un suo linguaggio non grezzo e altamente specializzato». Potenza del calcio, quindi, e degli interessi che smuove... «Direi che, come sociologa weberiana che cerca di capire quel che capita, resto sbalordita. Chissa?, forse Renato Soru, al posto dell’Unità, avrebbe dovuto comprarsi il Cagliari calcio...».