Nelle pieghe del decreto spazio per accordi con la Regione
CAGLIARI. Nel decreto che autorizza gli sconti fino al 90 per cento sulle tasse di ancoraggio da parte delle autorità portuali italiane, c’era scritto che il mancato introito dovuto, appunto, allo sconto, dovesse essere pareggiato con minori spese o con maggiori introiti, maturati, tutti, nell’anno corrente.
L’intero Comitato portuale di Cagliari aveva approvato un’altra soluzione, che sembrava corretta sul piano amministrativo: usare le rinvenienze attive, vale a dire il denaro non speso accumulato negli anni.
La proposta era stata accettata in tutti i passaggi burocratici, ma l’aveva bloccata il ministero dell’Economia perché, nel decreto, si esprimeva con chiarezza il concetto di contestualità tra sconto agli armatori e pareggio comunque del conto con quel che c’era in cassa (per minori spese o per maggiori introiti) nell’anno «corrente».
Probabilmente l’operazione cagliaritana, nella logica del Comitato proponente, poteva essere accettata da parte del ministero perché non intaccava i criteri della corretta gestione di un’opportunità fortemente attesa dalle stesse autorità portuali in cerca di sistemi per non perdere clienti dei porti canale italiani in forte difficoltà per la concorrenza quasi insostenibile degli altri scali, vecchi e nascenti.
Dunque Cagliari aveva presentato la sua proposta e questa è stata bocciata. Martedì in Comitato portuale di proposta ne arriverà un’altra, che non tocca il pur cospicuo avanzo di gestione dell’authority cagliaritana (circa 40 milioni di euro) anche se pare che il Governo sia impegnato a modificare la norma proprio in questo senso.
Ma intanto Cagliari ha deciso di seguire alla lettera il decreto perché lo sconto sugli ancoraggi praticato nel 2010 sarà alla fine del 30-35 per cento mentre si vuole arrivare al 90 per cento consentito dalla norma, percentuale che rende il terminal molto appetibile.
Ci sono due soluzioni per inserire lo sconto nel bilancio corrente del 2011: l’ampliamento degli argomenti dell’accordo di programma quadro con la Regione (aggiunti marketing, promozione porto); l’aumento degli introiti correnti attraverso la rimodulazione di alcune voci. Se la giunta regionale approverà l’ampliamento dell’accordo di programma (tra gli argomenti da votare nella seduta della prossima settimana) sarà questa la soluzione maestra.
Infine, sulla delimitazione delle aree del porto canale. La procedura che va avanti dal 2002 adesso è a un punto cruciale: entro la fine del mese la Capitaneria invierà le controdeduzioni alle affermazioni dei privati sulla delimitazione, poi si andrà avanti secondo un percorso di legge recentemente lubrificato dall’approvazione definitiva del piano regolatore portuale che non lascia più dubbi sulla destinazione degli spazi nell’intero Golfo degli Angeli. (a.s.)