Contenzioso aperto tra il Comune e l’IsGas, nuova spesa di quasi un milione e mezzo
CAGLIARI. Dopo i rifiuti, la palma delle incompiute va alla questione-gas di città. In questo caso la giunta comunale non riesce a mettere a gara un appalto definitivo per la gestione del settore. A monte vi sono bandi bloccati da ricorsi e un contenzioso per 42 milioni di euro che l’IsGas chiede al Comune. Da cui un nuovo esborso per l’amministrazione di un milione e 480mila euro.
All’interno degli equilibri di bilancio, il consiglio comunale voterà in questi giorni la somma di un milione e 480mila euro per ripianare la mancanza di questa cifra nelle entrate del gas di città. Ma la storia viene da lontano. Vediamo.
Il contenzioso. A monte c’è una situazione di produzione e gestione del gas di città che vede una concessione provvisoria che dura da quindici anni. Nel 2005 si arrivò poi a un atto transativo (come indennizzo per il valore degli impianti) secondo cui il Comune avrebbe dovuto versare 42 milioni di euro all’IsGas. Nel 2008, però, l’amministrazione municipale fece ricorso - pur ammetendo di aver compiuto gravi errori di tipo industriale e amministrativo - chiedendo che la somma concordata fosse stabilita «utiizzando il criterio di stima industriale». Il che comporterebbe - secondo il Municipio - una diminuzione dell’indennizzo. Quindici giorni fa infine, informa l’assessore ai Servizi tecnologici Giovanni Giagoni, il giudice ha accettato che vi si una valutazione di «tipo industriale». Ora i due contendenti dovranno nominare i propri periti. Ma la partita è ancora lunga.
L’appalto. Due anni fa l’amministrazione stava preparando una gara per un anno (in attesa di dirimere il contenzioso accennato), ma l’IsGas e altre società impugnarono la predisposizione dell’iter. E questo primo round lo vinse il Comune. Poi si arrivò alla gara vera e propria a cui parteciparono l’IsGas e un’altra società, vinse quest’ultima, ma l’IsGas ha fatto ricorso. Il Tar diede ragione al Municipio, ma il Consiglio di Stato sospese il tutto per incogruenze. E siamo ancora in questa fase.
L’esborso finale. A questo punto il piatto piange della somma che l’amministrazione pensava di ricavare dall’affidamento dell’appalto per un anno: un milione e 480mila euro. Ed è qui che la ciambella di salvataggio viene data dagli «equilibri di bilancio» accennati.
Il servizio. A questo punto è evidente che i primi a rimetterci sono i fruitori del servizio. In secondo luogo è altrettanto chiaro che vi sono una serie di errori legati «all’atto transativo» del 2005, origine dei recenti intoppi del gas. Da cui l’accusa, lanciata più volte dall’opposizione comunale, ma anche da settori della maggioranza (come l’Udc), per le «gravi disfunzioni organizzative, burocratiche e politiche».