Terramaini. L'assessore allo Sport: atleti in vasca la prima settimana di novembre
Lavori finiti, il Comune tenta un'intesa con la Federazione
L'assessore Lai: «Presto incontreremo il segretario generale della Fin Antonello Panza e ridiscuteremo i termini del contratto».
La piscina comunale di Terramaini riaprirà la prima settimana di novembre. Ma a gestirla, ancora una volta provvisoriamente, sarà il Comune. Perché se la struttura è stata ufficialmente riconsegnata all'assessorato allo Sport - ieri la comunicazione del dirigente dell'Edilizia sportiva Mario Mossa - restano ancora in piedi i problemi con la Federazione italiana nuoto che all'inizio di agosto aveva disdetto il contratto stipulato col Comune.
«Presto incontreremo il segretario generale della Fin Antonello Panza, che ci ha chiesto un appuntamento, per ridiscutere i termini del contratto. Nel frattempo la riapriremo noi perché le società fanno giustamente pressione sul Comune e il sindaco fa pressione su di me», informa l'assessore Aurelio Lai.
I LAVORI FATTI Alcuni problemi che hanno causato la rottura con la federazione sono stati risolti, ma ne restano altri. Sono state eliminate le infiltrazioni dal tetto e sul piano vasca, comunica Mossa, installati pannelli solari, sono state abbattute le barriere architettoniche e, su richiesta della Commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli, è stata realizzata una seconda recinzione esterna che, come accade negli stadi, deve fungere da filtro per gli spettatori negli impianti con una capienza superiore a 650 posti.
I SERBATOI ISGAS Il fatto è che la piscina cagliaritana ad oggi non è autorizzata ad accoglierne più di 99. Perché a poche decine di metri ci sono i serbatoi della Isgas che sono stati dismessi e svuotati, ma devono ancora essere ripuliti e messi in sicurezza altrimenti resta il pericolo di incendio. «Abbiamo sollecitato l'Isgas a intervenire, finora senza esito», informa Lai.
IL COSTO DELL'ACQUA Risolto, invece, l'altro problema serio: il costo dell'acqua. Nel passaggio delle competenze idriche dal Comune ad Abbanoa, il costo è cresciuto da 70 centesimi a 1,80 euro al metro cubo. E questo è accaduto perché pur essendo la piscina comunale, l'utenza era intestata alla Fin ed il gestore idrico aveva applicato la tariffa riservata ai privati. Ora il Comune ha volturato l'utenza a suo nome e il problema è stato risolto.
LA GESTIONE Resta il nodo della gestione e del prezzo da pagare: il Comune riconosceva alla Fin 240 mila euro all'anno (sempre contestati dall'opposizione), e non è detto che possa ancora farlo. Ma gestire direttamente l'impianto « ci costerebbe», dice Lai, «650 mila euro all'anno». Insomma, serve un gestore che sappia fare il suo mestiere. E che accontenti le società. Prima possibile. (f.ma.)
23/10/2010