Teatro. Parla l'ex direttore artistico del lirico. Oggi concerto all'aperto del coro
L'appuntamento è alle 11 davanti al teatro dove, da oltre due settimane, i dipendenti tengono un presidio in attesa di conoscere le novità sul nuovo consiglio di amministrazione e sul nuovo soprintendente. Ci sarà un concerto del coro della Fondazione. Gratuito e sentito. Una forma di contestazione singolare, già sperimentata qualche mese fa per protestare contro i tagli alla cultura. Dopo il concerto i sindacati racconteranno al pubblico le ragioni delle loro lagnanze. E comunicheranno di aver raccolto, tra gli spettatori, 1800 firme per chiedere che la biglietteria, affidata ad una società esterna, torni ad essere gestita dal teatro.
RACCOLTE 1800 FIRME Ci saranno i rappresentanti di Cgil, Cisl, Css, Snater. E anche quelli della Uil che ieri hanno contestato duramente un comunicato dei colleghi che sollecitava il sindaco a fare un bando, oltreché per la scelta dei due consiglieri di amministrazione in quota al Comune, anche per soprintendente e direttore artistico. «Non spetta al sindacato decidere come deve essere scelto il soprintendente», attacca Tonino Ortega che definisce quella di Cgil, Cisl, Css, Snater «una indebita invasione di campo». «A noi spetta porre problemi sindacali non politici, suggerire soluzioni come abbiamo fatto, e trattare con gli interlocutori che il presidente e il cda ci indicheranno».
UIL CONTRO TUTTI A criticare la nota di di Cgil, Cisl, Css, Snater è anche l'ex direttore artistico Massimo Biscardi, di cui i sindacati hanno scritto che «ha avuto il torto di continuare a ingaggiare personalità artistiche mediante cachet sovradimensionati» e che «non avrebbe adeguato la sua gestione economica alla ristrettezza dei tempi».
BISCARDI «Fino al giorno delle mie dimissioni mi sono sempre attenuto ai criteri che anno per anno venivano stabiliti e ai budget che mi venivano assegnati per la ideazione e realizzazione delle stagioni teatrali», dice Biscardi. «In tutti questi anni», aggiunge, «i criteri artistici adottati sono stati finalizzati ad ottenere e confermare il successo del Teatro Lirico, ancorché attraverso budget in costante diminuzione dal 2004 a oggi. Mi permetto di aggiungere che lo farei anche su budget dimezzati: per questo motivo ho invocato la scelta di nuovi criteri e obiettivi e ripeto anche oggi che considero l'ambito delle scelte economiche e gestionali estraneo alle competenze del direttore artistico che non può e non deve imprimere autonomia ed estemporaneità alle sue decisioni. In questi presupposti sta il motivo delle mie dimissioni: non comprendo una sfiducia manifestata nei miei riguardi e sono consapevole di non averla meritata. Ritengo ancora oggi valido il mio invito all'unità delle forze impegnate in campo artistico, forze che auspico crescano insieme all'insegna della multi-culturalità». (f.ma.)
23/10/2010