Comune. Due consiglieri contestano l'assegnazione dell'ex tempio di via Leo all'associazione I Sardi
Perché la chiesetta aragonese di via Pietro Leo è stata assegnata in concessione gratuita all'associazione I Sardi? La domanda arriva dai consiglieri comunali Paolo Casu ed Ettore Businco che attendono la risposta dalla Procura, dalla Corte dei conti, dal sindaco e dall'assessore comunale al Patrimonio.
LA DENUNCIA Ieri mattina i due consiglieri hanno depositato un'interrogazione urgente sull'assegnazione, da parte del dirigente dell'assessorato alla cultura, dell'immobile denominato “chiesetta aragonese”, in via Pietro Leo, per tre anni.
Per Casu e Businco «il fatto grave e scandaloso è che la procedura seguita dal dirigente non corrisponde minimamente alle procedure stabilite dal vigente regolamento per la concessione in uso degli immobili e delle aree libere facenti parte del patrimonio indisponibile del Comune di Cagliari».
Per Casu e Businco sono mancati «comportamenti garantisti e di assoluta trasparenza e equità». A giudizio dei due consiglieri comunali l'atto di concessione regolamentare «prevede in diversi articoli comportamenti garantisti e di assoluta trasparenza ed equità». Elementi che non sarebbero presenti in quest'assegnazione «che pare più un atto di diritto privatistico che a indirizzo di diritto pubblico»
I consiglieri Casu e Businco, nella nota di denuncia inviata al presidente del Consiglio, alla Procura e alla Corte dei conti, «contestano i diversi punti che hanno portato a questa assegnazione, aggiungendo che provvederanno alla presentazione di un documentato esposto all'Ufficio della Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei conti per accertare eventuali profili di illiceità penale e contabile presenti nell'attività concessionaria».
L'INTERROGAZIONE Casu e Businco, nell'interrogazione presentata ieri, chiedono al sindaco e all'assessore al Patrimonio «se erano a conoscenza dell'attività svolta dal dirigente; se non ritengano che detta attività presenti diversi elementi anomali degni di approfondimento e di censure». Tra l'altro, chiedono anche che l'atto di assegnazione della chiesetta aragonese «debba essere immediatamente revocato».
19/10/2010