Questa sera alle 20.30 in scena al Lirico di Cagliari
Il ritorno di re Lorin Maazel E la musica diventa poesia
L'ultima volta di Lorin Maazel a Cagliari - successiva alle quattro giornate con la New York Philharmonic - fu l' Aida di Stephan Medcalf, estate 2003. Cinque anni dopo il grande direttore d'orchestra franco-americano ritorna al Lirico, ma stavolta non dirigerà l'ensemble cagliaritano. Sul palcoscenico (stasera alle 20,30, turno B) c'è la Filarmonica della Scala. Insieme, direttore e orchestra, daranno vita a un concerto straordinario con un programma di grande richiamo riservato agli spettatori del Lirico: la Settima Sinfonia di Beethoven e la Quarta Sinfonia di Caikovskij.
L'arrivo in città del direttore e degli orchestrali scaligeri ha il sapore di una graditissima toccata e fuga. In questi giorni Maazel è impegnato con alla Scala di Milano nella direzione di un'opera, 1984 , che lo vede nei panni del compositore. Ispirata al capolavoro profetico di George Orwell, presentata in prima assoluta due anni fa al Covent Garden di Londra, e prenotata da sette teatri, la prima opera di Maazel ha conquistato pubblico e critici per la forza della musica e della storia. Quella tragica di un mondo dominato dal potere del Grande Fratello, dove anche l'amore tra Winston e Julia è destinato a soccombere perché non c'è spazio per le emozioni e i sentimenti. Una sconfitta per l'umanità, un successo per Maazel,che ha diretto l'orchestra in un esaltante crescendo di angoscia e disperazione.
1984 dopo il debutto del 2 maggio è andata in scena anche ieri e tornerà sul palco scaligero domani. A firmarne la suggestiva regia, il canadese Robert Lepage.
«Quello che ci ha lasciato Orwell», ha detto più volte il settantacinquenne direttore d'orchestra, «è un avvertimento che non abbiamo saputo cogliere e ora la nostra è una libertà relativa». Lo ha ripetuto anche l'altro ieri in televisione, su Raitre, ospite di Fabio Fazio. Ha scherzato sulla esatta pronuncia del suo nome, dicendo che Beethoven si è ispirato a lui nel comporre le prime battute della Quinta Sinfonia (Lo-rìn-Maa-zèl...), ha parlato con toni drammatici della profezia di Orwell, ha riassunto con grande autorironia la sua carriera di enfant prodige (a 15 anni Toscanini sentendolo dirigere gli disse God bless you , Dio ti benedica ). Ha infine commentato con fierezza la (discussa) tournée che a febbraio lo ha portato con la Filarmonica di New York a Pyongyang. «L'America e la Corea del Nord sono formalmente nemici, eppure l'inno americano che abbiamo eseguito prima del concerto è stato applaudito da tutti, in sala. Alla fine ci hanno detto in molti che ha fatto più la musica in due ore che la diplomazia in trent'anni».
La Filarmonica della Scala (formata in gran parte da professori d'orchestra del teatro con una programmazione autonoma), è stata a Cagliari diverse volte. Quest'anno sarà protagonista di una lunga tournée in Asia che comprenderà per la prima volta anche la Cina. A dirigerla sarà Myung Whun-Chung. E proprio il famoso direttore coreano sarà a Cagliari, il 22 maggio, con la Sächsische Staatskapelle Dresden, per chiudere in bellezza questa lunga ottava edizione del Festival di Sant'Efisio.
M.P.M.