Parteciperà a Las Vegas al torneo più importante al mondo
Entrare nella storia. È questa la sfida che attende Filippo Candio, ventiseienne cagliaritano, che domani partirà alla volta di Las Vegas dove, dal 6 novembre, parteciperà alla finale del Wsop (World series of poker, cioè il Campionato del mondo di poker specialità Hold'em). Si siederà al tavolo con altri otto giocatori, tutti provenienti da una selezione che ha riguardato circa settemila persone.
TIFO A fare il tifo per lui, un intero movimento composto da migliaia di giocatori sparsi per tutta l'isola e per tutta la nazione. Perché in effetti un record lo ha già: è il primo italiano presente a una finale mondiale. Per il solo fatto di essere arrivato al tavolo finale porterà a casa qualcosa come ottocentomila dollari, ma questi potrebbero diventare otto milioni e novecentomila se dovesse arrivare al primo posto. Cifre pazzesche, ma che danno l'idea di un evento che sarà trasmesso in diretta dalla rete televisiva americana Espn, e seguito da oltre un miliardo di persone in giro per il mondo. Nelle ultime ore, sono arrivati “in bocca al lupo” importanti, dal capitano della Roma Francesco Totti al commentatore di Sky (che ha già acquisito i diritti per la trasmissione della finale) Fabio Caressa, fino al sindaco di Cagliari Emilio Floris che ha ringraziato il giocatore «per aver portato il nome della città in un palcoscenico così importante».
IL GIOCO Perché il poker hold'em non è solo fortuna che, intendiamoci, ha un ruolo non marginale: è, però, soprattutto, abilità, esperienza, studio e conoscenza del gioco. Tutti elementi che Candio ha saputo gestire sin dal principio di un'avventura iniziata «per caso», spiega, «giocando con gli amici e partecipando a qualche torneo on line». Poi sono arrivate le prime vittorie in piccoli tornei e, di conseguenza, i primi soldi da investire «perché non bisogna mai giocare più di quanto si ha nelle proprie possibilità, altrimenti il rischio è quello di rovinarsi», avverte. Testa sulle spalle, dunque. Anche nel momento in cui ha deciso di lasciare gli studi (al secondo anno di Giurisprudenza) per tentare la carriera da professionista. «Mi sono reso conto che questa era la mia passione e ciò in cui ero capace: non posso che ringraziare ancora la mia famiglia che ha sempre creduto in me».
LA CARRIERA L'ascesa è stata fulminante: campione italiano nel 2009, ottimi piazzamenti europei, contratto di sponsorizzazione con la più importante casa di Poker del mondo, la Full Tilt. Ora, però, è là dove nessun altro è mai arrivato. Certe altezze rischiano di dare alla testa, «ma sono sicuro che resterò con i piedi per terra, dopo il torneo voglio solo tornare a Cagliari a riposarmi e in futuro, chissà, fare qualcosa per la mia città». Alla fine del mese lo raggiungeranno a Las Vegas i genitori con la sorella Marta, i suoi primi tifosi: «Sono la mia vita, non potevano mancare». Niente di superstizioso ovviamente perché», conclude, «essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male». Ecco.
DANIELE GAMBERINI
14/10/2010