Ecco che cosa sarà fatto con i 20 milioni stanziati due settimane fa dalla Regione
All'inizio del 2011 il bando. La gestione sarà pubblico-privata
«Medau su cramu? Sarà un condominio come gli altri». Non piacerà agli ambientalisti, certo l'affermazione del sindaco di Quartu Mauro Contini, neo presidente del Parco di Molentargius, è stata netta. Ed ha confermato la ferma volontà del centrodestra, che governa la Regione e i Comuni con quote dell'area protetta, di rilanciare il parco come polo turistico e produttivo salvaguardando i diritti dei circa duemila residenti (200 mila metri cubi, 64% residenziale, 24% attività produttive, 12% maneggi e attività rurali) del quartiere sorto abusivamente tra la metà degli anni '50 e i primi anni '90.
Famiglie che in assenza di condotte idriche né fognarie scaricano nel Terramaini e al mare. E inquinano. Del resto non possono fare altrimenti visto che il Piano territoriale paesistico non consente la realizzazione di infrastrutture.
Il piano del parco, la cui prima bozza è pronta da un anno, prevede tutto questo. Ma non sarà pronto prima di due-tre anni, visto che dovrà passare, spesso più di una volta, per decine di uffici e quattro consigli comunali. E così la Regione, per dimostrare che crede nel futuro all'area naturalistica, ha stanziato venti milioni. Con i quali, innanzitutto, si rimetteranno in funzione le saline.
IL BUSINESS Un passaggio necessario sotto due aspetti: per garantire l'equilibrio dell'intero ecosistema e nel contempo generare due tipi di business interconnessi: la produzione e la vendita del sale (c'è una potenzialità di 100 mila tonnellate all'anno) e il termalismo. «I residui di produzione di sale saranno riciclati e alimenteranno due vasconi che saranno trasformati in piscine termali», spiega Marco Loddo, ingegnere, direttore pro tempore del parco, che oggi funziona grazie a un milione e mezzo di fondi pubblici, parte dei quali spesi per pagare gli stipendi ai 15 dipendenti.
PIANO DI FATTIBILITÀ Uno dei modelli è Cervia, dove producono e vendono diversi tipi di cloruro di sodio anche per la cosmesi, e dove gli stabilimenti termali sono una fonte di reddito per centinaia di famiglie e nel contempo pagano le spese di sostentamento del parco. La preoccupazione di molti è che a gestire tutto questo siano burocrati a corto di competenze anziché aziende del settore. Loddo fuga subito i dubbi: «Faremo un bando europeo, credo all'inizio del 2011, e un appalto-concorso: quindi chi parteciperà», spiega il direttore del parco, «ci presenterà idee e piani aziendali mentre noi stabiliremo le regole di base. La gestione sarà affidata con un project financing: il parco metterà a disposizione una parte dei fondi, anche l'80 per cento, il resto lo investirà il privato. Dobbiamo solo decidere se fare bandi separati per saline e terme o dare tutto a un unico gestore».
L'imprenditore che dovesse investire avrà a disposizione cinque capannoni, che forse ristrutturerà l'ente parco. E nei quali non ci potrà essere un albergo.
OSPEDALE MARINO
E questo è uno dei grandi punti interrogativi. Loddo confida che l'obiettivo era collegare le terme al vecchio ospedale Marino, che sarebbe dunque dovuto essere trasformato in albergo (strana, Cagliari: un hotel è diventato ospedale e un ospedale si voleva trasformare in albergo!). In realtà se qualcosa diventerà, l'ex Colonia dux sarà trasformato in centro benessere, forse per anziani. Il nodo dell'albergo per chi fa i trattamenti termali, dunque, rimarrebbe.
SGUARDO ALLO SPORT «Un altro capannone sarà messo a disposizione delle società sportive per farne spogliatoi e club house», aggiunge Loddo. Decisione saggia, visto che il parco è uno dei posti preferiti da chi fa jogging (tra loro anche il presidente Contini). E infatti, annuncia, «saranno realizzati altri percorsi e, forse, un campo scuola per il golf». Non solo: la notizia è ancora riservata, ma forse il parco ospiterà gare dei prossimi Giochi della Gioventù
VODEOSORVEGLIANZA Intanto con 800 mila euro, già disponibili, sarà estesa la videosorveglianza per 24 ore al giorno. E sarà automatizzata la sbarra d'ingresso dal versante cagliaritano. Questo significa che le strade bianche del parco («sarà rifatto il manto stradale con materiali naturali per eliminare la polvere») non saranno più utilizzate come scorciatoia tra Cagliari e Quartu da centinaia di automobilisti.
F.MA.
12/10/2010