Il prestigioso direttore d'orchestra olandese nominato consulente artistico pro tempore
«Dovrà riprogrammare la stagione con gli artisti del teatro»
Il Teatro lirico spazza via in poche ore 18 anni di direzione artistica del maestro pugliese.
Da Massimo Biscardi a Hubert Soudant. Il Teatro lirico spazza via in poche ore 18 anni di direzione artistica del maestro pugliese, che si è dimesso domenica dopo che il sindaco Emilio Floris, presidente della Fondazione, lo aveva sostanzialmente sfiduciato a mezzo stampa.
Ieri nel primo pomeriggio il sovrintendente in prorogatio Maurizio Pietrantonio ha indicato Soudant, in questi giorni a Cagliari per dirigere “La Cenerentola”, come consulente artistico. Soudant, si legge in una nota, «ha colto con pronta disponibilità il compito di seguire il coordinamento della direzione artistica nella fase di transizione prossima al rinnovo degli organi statutari della Fondazione».
Teoricamente, dunque, una svolta provvisoria. Che dovrebbe durare al massimo sino al 5 novembre, quando scadranno i 45 giorni di proroga del soprintendente e del consiglio di amministrazione e dovranno essere nominati i nuovi vertici, pena l'arrivo del commissario.
STAGIONE DA RIVEDERE Per ora il prestigioso direttore d'orchestra olandese, già consigliere di amministrazione della Fondazione (eletto dalla Giunta Soru) dal 3 agosto del 2006 al gennaio 2008 (si dimise prima), coadiuverà il sovrintendente «nel compito di identificare nuove soluzioni per la sfida che attende nell'immediato il teatro cagliaritano». Principalmente si tratta di «rivedere la programmazione attuale in base alle esigenze definite dalla sovrintendenza stessa, con il duplice obiettivo di produrre le maggiori economie del conto economico del Lirico ma con il pieno utilizzo delle masse artistiche e del personale tutto del Teatro». Ciò che chiedono da mesi i sindacati e che nei giorni scorsi ha ribadito il sindaco.
Sarebbe questa, del resto, la ragione principale della sfiducia a Biscardi. Sarebbe cioè incompatibile con una programmazione più casalinga e parca, non più rinviabile in un teatro che deve ridurre i costi da qui alla fine dell'anno, che deve programmare il futuro prossimo e la prossima stagione e che dal 2011 in poi dovrà fare i conti con il probabile dimezzamento dei finanziamenti pubblici e ridurre, pena il rischio di commissariamento, un debito patrimoniale vicino a 25 milioni di euro.
NESSUN RINGRAZIAMENTO «Con la disponibilità del maestro Soudant il nostro Teatro è nelle condizioni di affrontare con autorevolezza il vuoto aperto dalle dimissioni del maestro Massimo Biscardi», ha detto ieri il sovrintendente Pietrantonio. Che al suo compagno di lavoro di sei anni non ha nemmeno rivolto un ringraziamento pubblico. Ma non è stato l'unico.
E questo qualche significato dovrà pur averlo. Tra i due, si sa, non è mai corso buon sangue. E infatti Pietrantonio, in occasione della prima e della seconda nomina, ha sempre chiesto la sua sostituzione. Così come difficili sono stati i rapporti con Saudant che, dicono i bene informati, è sempre stato in disaccordo con il maestro originario di Monopoli.
CHI È SAUDANT Sul piano artistico la scelta del direttore d'orchestra olandese è di grandissimo prestigio. Sessantaquattro anni, ha condotto le principali orchestre mondiali, è stato responsabile dell'Orchestra del Mozarteum di Salisburgo per quasi dieci anni ed è dal 2004 direttore principale della Tokyo Symphony Orchestra. Di casa a Cagliari (ha sposato una cagliaritana, dirigente regionale), nelle ultime stagioni è stato apprezzato e applaudito interprete di numerosi concerti sinfonici al Lirico.
I SINDACATI Cauti i sindacati: «Saudant? Un direttore di prestigio, ma è una scelta provvisoria», commenta Annalisa Pittiu, corista e leader aziendale della Fistel-Cisl. «Aspettiamo di vedere le scelte definitive. Biscardi? Mi spiace sul piano personale, ma abbiamo sempre criticato la sua programmazione e 18 anni al Lirico sono più che sufficienti, quindi dico che le sue dimissioni sono state un bene»
IL COMMENTO DI BISCARDI Ieri Biscardi ha derogato al silenzio che si era imposto ed ha confermato che le sue dimissioni sono state la conseguenza «di una situazione che non aveva sbocchi» e che non sono state meditate, come certifica l'intervista rilasciata alcuni giorni prima in cui aveva auspicato di poter accompagnare il teatro anche nel momento buio dopo aver vissuto il periodo d'oro. «Ci sono ristrettezze economiche che spingono verso un teatro fatto in casa», ha detto Biscardi. «È un'idea che non mi sento di condividere e per questo ho lasciato. Non credo che un teatro possa fare cultura chiuso in se stesso, la cultura è necessariamente apertura. Spero che il Lirico vada avanti bene, anzi meglio di come è andato in questi anni e in ogni caso sono grato alla città e al sindaco per il lungo lavoro che ho potuto svolgere».
FABIO MANCA
12/10/2010