MERCOLEDÌ, 06 OTTOBRE 2010
Pagina 3 - Fatto del giorno
di Filippo Peretti
Resta mezza giunta, entrano cinque politici, un assessorato ancora da assegnare
Il presidente: «E’ una squadra forte ma se non funzionerà ripenserò a dimettermi» Il Pd: «E’ un topolino» Ricorso sulla quota rosa
CAGLIARI. Restano la metà degli assessori della prima giunta, entrano cinque politici (alcuni di peso) e una casella è rimasta vuota. Ugo Cappellacci ce l’ha fatta quasi in extremis, ma non del tutto. Anche perché nel suo nuovo governo non c’è neanche una donna: e sono già annunciati ricorsi. Le nomine hanno riacceso gli scontri nella stessa maggioranza. Ma il presidente si è detto ottimista: «E’ una squadra forte, se non funzionerà ripenserò alle dimissioni».
Cappellacci ha presentato la sua seconda giunta in una conferenza stampa poco dopo le 20, in una giornata di forte tensione e di incertezza sino agli ultimi secondi. Dopo alcuni giorni trascorsi nel bunker di Villa Devoto, il presidente si è presentato di nuovo con un sorriso smaglianti. E ha subito letto i nomi degli assessori, nomi che, con alcune varianti, circolavano ormai da alcune ore. Erano scontate le conferme di Giorgio La Spisa e di Antonello Liori per il Pdl, erano ormai certi gli ingressi, sempre per il Pdl, di Nicola Rassu e di Oscar Cherchi (sorpresa per le deleghe), erano state annunciate da qualche giorno con sicurezza le designazioni dell’Udc (Giorgio Oppi e Sergio Milia) e dell’Uds (Mario Floris). Cinque ingressi, questi dei politici, che danno maggior peso alla giunta rispetto alla precedente: Floris è stato due volte presidente (ha il ruolo delicato delle Riforme), Oppi rientra all’Ambiente dopo una pausa («dovevo essere operato e ora sto meglio», ha rivelato ieri sera), Milia è stato assessore sette anni fa. Per quanto riguarda i tecnici, sono rimasti alcuni che venivano dati per certi: Andrea Prato, sul quale ha insistito il governatore, Franco Manca (che nell’ultimo giorno ha sorpassato Ketty Corona, invece esclusa), Sebastiano Sannitu e Angelo Carta (che venivano dati per riconfermati se i loro partiti avessero rinunciato a indicare politici).
La vera sorpresa è stato l’interim al Turismo. Cappellacci ha dato l’impressione di aver deciso proprio mentre entrava in conferenza stampa (una telefonata, forse di rinuncia). Il posto spetta al Pdl, sembrava dover andare a Nicola Rassu, invece dirottato all’Urbanistica, forse prevista per Pietro Pittalis. E’ circolato il nome del nuorese Luigi Crisponi, che però è rappresentante dei Riformatori. Insomma, il giallo è rimasto aperto e Cappellacci ha detto che lo risolverà tra oggi e domani.
Per solenizzare l’evento, Cappellacci avrebbe voluto presentare la nuova giunta durante la seduta degli Stati Generali in Consiglio regionale, ma ha dovuto rinunciare per appena un’ora: il tempo che il presidente ha preferito dare al Psd’Az nel tentativo (fallito) di convincere Giacomo Sanna ad accettare non solo l’ingresso in giunta (ai Trasporti) ma anche la vice presidenza. Il ruolo sardista ieri è stato centrale nella lunga giornata politica, ma Sanna e il Psd’Az hanno risposto picche dato che il loro pronunciamento era stato chiaro: se ci sarà un solo assessorato, confermeremo Angelo Carta. Cappellacci ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco (ha comunque speso parole di elogio nei confronti del tecnico dei 4 Mori) ma ha spostato Carta dai Lavori pubblici ai Trasporti, forse nella speranza che Sanna (e il suo partito) ci ripensi. Sanna ha però tenuto a precisare: «Lo spostamento non l’abbiamo chiesto noi».
La posizione sardista ha trascinato anche quella dei Riformatori: i due partiti, uniti nella verifica politica, sembrano avviato verso il disimpegno politico e sfideranno Cappellacci in aula nell’attuazione del programma.
Non sono gli unici malumori. Hanno immediatamente protestato per l’esclusione sia Franco Cuccureddu dell’Mpa («prendiamo atto che non siamo rappresentati in giunta») sia il finiano Ignazio Artizzu («inaccettabile che la rappresentanza della componente ex An sia stata dimezzata»). Tensioni forti sono esplose nuovamente nel Pdl: della compagine dei «ribelli» Cappellacci ha coinvolto in giunta solo Rassu (vicino a Beppe Pisanu) ma come succede in questi casi ha scontato altri. Già oggi potrebbero ufficializzarsi prese di distanze all’interno del gruppo consiliare. L’interim al Turismo lascia aperti spiragli di trattativa e sembra che sia ancora in corso il tentativo di completare l’operazione comprendendo le nomine nel partito e nel gruppo. Si vedrà.
Nella conferenza stampa Cappellacci siè detto ottimista: «E’ la squadra che a mio avviso ci consente di realizzare le priorità programmatiche, c’erano anche altre competenze ma ho dovuto fare delle scelte». Il presidente ha cercato di minimizzare sulla questione delle quote rosa: «E’ vero, non c’è neanche una donna, ma stavolta la nostra attenzione era concentrata sull’obiettivo di aggredire i punti del programma». Cappellacci ha detto di aver pensato davvero di dimettersi provocando le elezioni anticipate: «Ci penso e ci penserò ogni giorno». Infine, sul caso del vuoto di potere per l’azzeramento della sua prima giunta, ha affermato che «il richiamo fatto al presidente Napolitano era infondato, perché già lunedì avevo firmato un primo decreto di nomina, decreto che ho completato oggi».
Il Pd ha subito attaccato: «Mesi di verifica per partorire un topolino che farà altri danni», hanno tuonato il segretario Silvio Lai e il capogruppo Mario Bruno. E Francesca Barracciu ha annunciato un ricorso al Tar per l’assenza delle donne:«E’ una vergogna di inciviltà».