Cenerentola in concerto Soudant: daremo il meglio
Rossini ha un precedente. Nel febbraio di quattro anni fa, complice uno sciopero, il suo Barbiere si presentò sul palcoscenico del Lirico di Cagliari senza coro e orchestra. Spettò al pianoforte di Francesca Pittau (soprattutto), al clavicembalo di Riccardo Leone e al maestro concertatore Riccardo Frizza sostenere l'intero impianto musicale. Il resto lo fece la compagnia di canto e l'allestimento della Maestranza di Siviglia. Un'impresa epica, che deluse gran parte degli spettatori. Ora ci risiamo. Torna Rossini, propone in città (dopo 33 anni) la sua Cenerentola e stavolta a mancare saranno le scene. Quelle di Daniele Abbado, sobrie, contemporanee (forse non in linea col gusto più diffuso), necessarie per la magia del teatro.
La crisi profonda che colpisce i teatri lirici e ha privato quello cagliaritano di oltre due milioni e mezzo di euro, ha imposto un taglio doloroso. Dai 700 mila euro dell'allestimento prodotto dalla Fondazione Petruzzelli di Bari con il Valli di Reggio Emilia, in collaborazione con il Lirico e l'Opèra di Nizza, si passa ai 250mila della “forma di concerto”. Per lo stesso motivo, salteranno del tutto dal cartellone il Don Pasquale e il Fidelio , che erano già previsti senza scene. Resterà lo Schiaccianoci , che davvero è difficile immaginare senza balletto.
Per il teatro è un duro colpo (anche perché per la prima di venerdì 8 è annunciato uno sciopero dei lavoratori). Ed è un duro colpo per gli spettatori, che lamentano un consistente ritocco dei costi per gli abbonamenti alla stagione sinfonica, la chiusura della biglietteria, un clima di generale disagio. Lo stesso che l'altra sera, alla presentazione della conferenza di Daniele Prefumo dedicata a Cenerentola , (composta in tre settimane da un Rossini non ancora venticinquenne), ha portato il direttore artistico Massimo Biscardi a spiegare al pubblico la drammatica situazione, e chiedere il sostegno di chi ha sempre avuto nel teatro un punto di riferimento insostituibile.
Cenerentola senza scene e costumi, dunque. Con una compagnia di canto che vede su tutti nella giovane José Maria Lo Monaco una Angelina molto apprezzata. E una musica talmente teatrale da poter fare un miracolo. Soprattutto se a dirigere l'orchestra sarà Hubert Soudant: uno dei più affermati direttori del panorama internazionale, un raffinato interprete rossiniano che ha diretto Cenerentola per diciannove volte, con un cast mondiale, a Parma, Reggio, Piacenza, e ora trova un ostacolo del tutto imprevisto nella ventesima. E dire che questa doveva essere la prima opera al Lirico del musicista olandese, che a Cagliari dirige in media un concerto all'anno e in passato ha diretto all'Auditorium del Conservatorio e all'Anfiteatro un Trovatore , una Turandot , un Amico Fritz . «Qui mai, e non la farò neanche questa volta», sorride ironico.
Peccato. Ma Soudant non si arrende. «Vorrà dire che dovremo fare il possibile per fare immaginare ciò che succede nella storia. La musica sarà protagonista assoluta, i cantanti, il coro (solo maschile), l'orchestra e io daremo il cento per cento, curando ogni minimo aspetto, rendendo tutto più stilato , raffinato». Soudant, che ha un ottimo rapporto con l'orchestra e il coro del Lirico, oltre che un legame tutto speciale con la Sardegna, è direttore musicale della Tokyo Symphony Orchestra, e lo sarà fino al 2014. In sei anni è riuscito a portare l' ensemble al tredicesimo posto della graduatoria mondiale. Un successo al quale si aggiunge un disco d'oro per l'ottava sinfonia di Bruckner. Dirigere Rossini lo entusiasma, e ama ricordare le lodi che Wagner rivolse al compositore pesarese, quando lo incontrò a Parigi. Constata con amarezza che «questo non è un momento sereno per la lirica», eppure tiene a mettere in evidenza il suo ottimismo. «Non vedo le cose in maniera così drammatica, dalla crisi si può uscire con maggiore equilibrio. Ma non bisogna perdere la testa». Quanto allo sciopero, «spero che salti, il teatro si difende in un solo modo, facendolo».
MARIA PAOLA MASALA
06/10/2010