Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Salvare il Bologna? Con Palazzo Doglio

Fonte: L'Unione Sarda
6 ottobre 2010

Dal capoluogo emiliano rimbalzano le voci di una possibile cessione dell'edificio storico

Trattative per la vendita dell'immobile: Porcedda smentisce
Per salvare la società emiliana, ora in difficoltà economiche, Porcedda potrebbe vendere il palazzo di via Logudoro.
A Bologna gira una voce. Si parla di trattative frenetiche e milioni di euro. E al centro del tourbillon c'è Cagliari. Anzi. Uno degli edifici più famosi della città: Palazzo Doglio, ex sede della Prefettura, ora affittato al Comune, dove convivono gli uffici delle Poste, banche e agenzie immobiliari.
IL PALAZZO A contare, in questo caso, è il proprietario: Sergio Porcedda, imprenditore nato a Sanluri cinquant'anni fa, che a giugno è diventato maggior azionista e presidente del Bologna calcio. Una squadra che in questi giorni sta attraversando grossi problemi finanziari. Ecco il collegamento: per tappare i buchi - si parla di almeno dieci milioni di euro - nei conti rossoblù, Porcedda starebbe cercando di vendere uno dei pezzi pregiati del suo portafoglio-immobili.
LA SMENTITA Lui nega: «Sono solo falsità. Messe in giro da persone poco serie», dice il presidente al telefono senza nascondere la rabbia. Una cosa è certa: Palazzo Doglio è uno dei mattoni - uno dei più consistenti - che hanno consentito la scalata al Bologna dell'ex rappresentante d'abbigliamento diventato imprenditore e finanziere di successo. Oltre al valore dell'edificio - i giornali bolognesi parlano di 70 milioni di euro, ma una stima attendibile si aggira intorno alla metà -, ci sono gli affitti che la proprietà di via Logudoro riceve ogni mese. Affitti importanti e garantiti: uno degli ultimi arrivati è proprio quello del Comune, che ha trasferito alcuni uffici nei locali che hanno ospitato il comitato elettorale del governatore Ugo Cappellacci un anno e mezzo fa.
IL MISTERO Ma non è l'unico mistero di cui si parla in questi giorni nella città delle Due torri. Per alcuni Porcedda sarebbe addirittura pronto a lasciare. Al netto di clamorosi colpi di scena, si tratterebbe solo di una provocazione. A far paura sono una serie di scadenze fissate per il prossimo mese: le rate del debito che la nuova proprietà si è accollata nelle trattative con i Menarini, poi quelle relative al mercato estivo, infine gli stipendi da pagare. Il lavoro del presidente e dei suoi collaboratori (primo fra tutti l'amministratore delegato Silvino Marras) punta anche alla ricerca di nuovi soci che immettano capitali. È stato questo il motivo della visita all'ex presidente dell'Unipol Giovanni Consorte, attuale numero uno di Intermedia, la banca d'investimenti che gestisce i risparmi della Bologna che conta. Ma le strade, in questo caso, sembrano sbarrate. Ecco perché l'asso nella manica di Porcedda potrebbe essere Palazzo Doglio.
MICHELE RUFFI

06/10/2010