Con l'apertura di Uta, l'istituto di pena sul colle non ospiterà più detenuti e agenti
La Soprintendenza: è un monumento, difficile riconvertirlo
Cosa sarà Buoncammino dopo il 25 giugno 2011, data ufficiale di consegna, al netto dei collaudi, del nuovo istituto di pena di Uta?
Il conto alla rovescia per il trasferimento del carcere da Buoncammino a Uta è già iniziato. Ma cosa succederà al vecchio istituto di pena dopo il 25 giugno 2011, data ufficiale, al netto dei collaudi, per la consegna della nuova struttura al ministero di Giustizia? L'edificio realizzato 150 anni fa sul colle omonimo resterà un istituto di pena o diventerà un museo, un albergo, un centro culturale o chissà cos'altro? Stato, Regione e Comune non hanno ancora iniziato la discussione, ma è bene che accelerino i tempi. I cagliaritani farebbero volentieri a meno di un bene di inestimabile valore che si trasforma in rudere come l'ex ospedale Marino e le caserme in disuso (un esempio per tutti l'ex deposito dell'Aeronautica di via Cagna).
LA PROCEDURA Il carcere di Buoncammino è un bene del demanio dello Stato in uso al ministero di Giustizia. Quando e se, dopo il trasferimento a Uta, il ministero deciderà di non avere più bisogno dell'edificio servirà un decreto del guardasigilli per formalizzare la sua restituzione. Il Demanio come primo passo dovrà cercare tra gli enti dello Stato (Polizia, Carabinieri, Prefettura) eventuali utilizzatori. Se nessuno fosse interessato il bene verrebbe dismesso e trasferito alla Regione che, a sua volta, può cercare futuri gestori tra gli enti locali.
NO GRAZIE I vertici provinciali di Polizia e Carabinieri fanno sapere di non essere interessati al penitenziario. «Tutte le nostre strutture hanno spazi soddisfacenti», spiega il portavoce della Questura. «L'unica in sofferenza è la Polstrada, ma verrà trasferita nella caserma Carlo Alberto. Comunque, tutte le scelte dipendono da Roma». Stesso discorso dal comando di via Nuoro. «Gli spazi non sono compatibili con le nostre esigenze logistiche».
LA REGIONE Giovanni Pilia è il direttore del Servizio demanio e patrimonio dell'assessorato regionale all'Urbanistica. «Non abbiamo ancora valutato il destino del carcere. Sia ben chiaro, la scelta sulla destinazione è politica, ma riconvertire l'immobile per usi civili è molto difficile. Un museo? Figuriamoci, non riusciamo a far utilizzare i 38 mila metri quadri della Manifattura tabacchi».
LA SOPRINTENDENZA Gabriele Tola, soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici, è esplicito. «Il carcere di Buoncammino è un bene tutelato dalla legge, un monumento dal valore architettonico eccezionale. È da tempo che mi pongo domande sul suo futuro: il problema è davvero spinoso».
ANDREA ARTIZZU
02/10/2010