Teatro lirico. Ieri nuova assemblea dei lavoratori dopo la rottura delle trattative con la Fondazione
Lunedì hanno incontrato il sindaco. Hanno riferito anche a lui, dopo averlo fatto con il soprintendente il 13 settembre scorso, le loro proposte di rimodulazione della programmazione delle stagioni lirica e concertistica. Una rivisitazione che - sostengono - garantirebbe un risparmio del 50 per cento rispetto ai costi preventivati, mantenendo la qualità degli spettacoli, scongiurando il passivo in bilancio, iniziando ad erodere il pesantissimo debito patrimoniale (20 milioni di euro) e dando prospettive di occupazione ai 63 lavoratori stagionali. A Emilio Floris hanno anche detto che se le loro proposte non fossero state accolte avrebbero confermato lo sciopero preannunciato. Ma il primo cittadino si è irrigidito: nessun ragionamento sotto minaccia.
Per questo ieri, durante un'assemblea plenaria, i dipendenti della Fondazione del Teatro lirico hanno confermato che si asterranno dal lavoro: niente prima di Cenerentola, in programma l'8 ottobre prossimo. Non solo: Cgil, Cisl, Uil, Cisal, Snater, Css e Libersind hanno annunciato presìdi durante le rappresentazioni che definiscono «onerose», cioè i concerti con solisti che i sindacati ritengono «costosi» e dunque incompatibili con la crisi.
La situazione del teatro si fa tesa, proprio in un delicato momento di transizione. Dal 20 settembre scorso, infatti, il soprintendente Maurizio Pietrantonio, il direttore artistico Massimo Biscardi e parte del consiglio di amministrazione (il rappresentante della Regione Gualtiero Cualbu e i due del ministero delle Attività culturali Antonello Arru e Gabriella Locci) sono decaduti e si aspettano le nuove nomine. Appena sarà reintegrato, il cda procederà alla nomina del nuovo soprintendente. Pietrantonio (in proroga per 45 giorni assieme a Biscardi) ha annunciato la sua disponibilità a candidarsi per un terzo mandato, il sindaco ha annunciato che lo sosterrà (lo stesso faranno i due rappresentanti del Comune Felicetto Contu e Maurizio Porcelli).
Chiunque sarà alla guida del teatro, dovrà affrontare alcuni problemi stringenti: il nodo-precari, il rinnovo dei contratti di secondo e terzo livello, il debito patrimoniale ereditato dall'era Meli e ridotto solo del 20%, una nuova programmazione che tenga conto della crisi, il funzionamento dell'inaugurando Parco della musica. (f.ma.)
29/09/2010